Il processo a singhiozzo tra infiniti rinvii arriva alle battute finali

Proprio a partire da oggi si svolgeranno, al tribunale di Pescara, tre udienze consecutive: a che punto siamo

Il processo a singhiozzo tra infiniti rinvii arriva alle battute finali

Il processo a singhiozzo tra infiniti rinvii arriva alle battute finali

Ventisei condanne e quattro assoluzioni, per un totale di 151 anni di reclusione. Sono questi i numeri che caratterizzano il processo per la tragedia dell’hotel Rigopiano, che da sei anni tiene in apprensione i parenti delle 29 vittime e che coinvolge, direttamente, ventinove persone e la società ‘Gran Sasso Resort’. L’anniversario, stavolta, si celebra in aula, visto che proprio a partire da oggi si svolgeranno, al tribunale di Pescara, tre udienze consecutive nel corso delle quali si darà la parola ai legali degli imputati, questi ultimi legati agli enti coinvolti ovvero la Regione Abruzzo, la Provincia di Pescara, la prefettura, il Comune di Farindola, i tecnici e i rappresentanti dell’hotel distrutto. La prossima settimana ci saranno altre tre udienze, poi due sono in calendario per il mese di febbraio.

Entrando nel dettaglio, per cercare di fare il punto della situazione di un iter processuale costellato da rinvii e notizie di cronaca che si sono accavallate negli anni, la procura di Pescara ha chiesto la condanna dell’ex prefetto Francesco Provolo a 12 anni, dell’ex presidente della Provincia Antonio Di Marco a 6 anni, e al sindaco di Farindola Ilario Lacchetta a 11 anni e 4 mesi.

Tutti e tre, assieme ad altri tecnici comunali e dirigenti pubblici, sono accusati a vario titolo di omicidio, disastro colposo e lesioni. Alla provincia di Pescara la procura contesta di non aver sgomberato dalla neve la strada provinciale per permettere agli ospiti dell’hotel Rigopiano di andare via dal resort. Al sindaco Lacchetta, invece, viene contestato di non aver messo in atto il piano d’emergenza e di non aver evacuato l’hotel per tempo.

La tesi sostenuta dal pm Andrea Papalia è questa: i ritardi da parte della prefettura di Pescara nel coordinamento dei soccorsi e le inadempienze del comune e della provincia avrebbero giocato un ruolo determinante nella tragedia di Rigopiano. Questi tre imputati, però, non sono gli unici per i quali la procura ha chiesto una condanna, visto che solamente in quattro (su trenta) sono stati assolti. Nel frattempo, si attendono le risposte dei periti alla superperizia voluta dal giudice Gianluca Sarandrea, che dovrebbe chiarire la connessione tra le varie scosse di terremoto, avvertite proprio quel giorno in Abruzzo, e la valanga che distrusse il resort.

Intanto, i familiari delle vittime (tra le quali appunto anche il castignanese Marco Vagnarelli e la compagna Paola Tomassini) attendono ancora che venga fatta giustizia. Alcuni, questa mattina, saranno presenti al tribunale di Pescara perché, come sempre, vorranno mostrare vicinanza ai 29 ‘angeli’. Poi alle 12, in pullman, raggiungeranno il luogo della tragedia per la commemorazione. La sentenza di primo grado è prevista per metà febbraio.

Matteo Porfiri