Influenza 2019 Ascoli, uccide ancora. Morto un uomo di 54 anni

L’allarme, il picco sembra ormai alle spalle ma continuano le situazioni gravi: ecco ricoverato al Mazzoni

Influenza, reparto di terapia intensiva

Influenza, reparto di terapia intensiva

Ascoli, 12 marzo 2019 - La coda dell’influenza miete la quarta vittima nel Piceno. Dopo il decesso nei mesi scorsi di tre persone, qualche giorno fa è morto anche un uomo del 1965. Ricoverato nell’unità di terapia intensiva dell’ospedale ‘Mazzoni’, il 54enne aveva contratto il virus A sottotipo H1N1 e, a causa di una compromissione polmonare grave causata proprio dall’influenza, non ce l’ha fatta. Come nei tre precedenti casi aveva patologie croniche pregresse. Arrivato al nosocomio ascolano con una grave infezione respiratoria acuta, la cosiddetta Sari, anche per lui c’è stato il ricorso alla terapia in Ecmo (Ossigenazione extracorporea a membrana), ovvero il supporto vitale non terapeutico grazie alla cui circolazione extracorporea è possibile sostituire la funzione dei polmoni mantenendoli a riposo durante il loro recupero funzionale.

I fattori che accomunano tutti e quattro i pazienti deceduti è che nessuno si era vaccinato, avevano una o più patologie croniche sottostanti, ossia delle comorbosità come diabete, obesità, cardiopatie, nefropatie e Bpco, e che il virus responsabile è l’AH1N1, quello per intenderci della cosiddetta febbre suina. La modalità di trasmissione è quella tipica di ogni virus influenzale e avviene attraverso le goccioline di saliva emesse nell’atto del parlare o dello starnutire, e che si depositano generalmente a una distanza relativamente piccola dal soggetto che le emette. I sintomi sono quelli classici: malessere generale, febbre, cefalea, dolori articolari e muscolari, tosse, rinorrea e talvolta sono presenti disturbi gastrointestinali. E se questi sono i decessi, i casi gravi nell’Area vasta 5 complessivamente sono stati dodici, di cui nove pazienti ricoverati nella rianimazione del nosocomio ascolano e tre ricoverati invece nella rianimazione dell’ospedale di San Benedetto.

Intanto, fortunatamente, il picco del malanno di stagione è stato raggiunto e si è in una fase calante di quella che – secondo il responsabile del Servizio igiene e sanità pubblica dell’Area vasta 5, Claudio Angelini – potrebbe essere la peggiore influenza degli ultimi 16 anni. Secondo il rapporto epidemiologico Influnet, nella settimana dal 25 febbraio al 3 marzo il numero di casi di sindrome influenzale in Italia è ancora in calo e l’incidenza si colloca nell’area di bassa intensità con un livello pari a 6,5 casi per mille assistiti. Il calo dell’incidenza è generalizzato in tutte le età e tra le regione più colpite permangono le Marche.