Lavoro, riecco i voucher Ed è subito spaccatura

Dal primo gennaio i buoni potranno essere nuovamente utilizzati in alcuni settori. I datori applaudono, i sindacati vanno all’attacco

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Si riaffacciano sul mercato dell’occupazione i voucher, strumento introdotto per la prima volta nel 2003 con la Legge Biagi, divenuto però operativo solo nel 2008 e più volte ripreso e accantonato nel corso degli anni. Nell’ambito della Legge di Bilancio appena approvata dal Consiglio dei Ministri, è previsto che, a partire dal 1° gennaio, i buoni lavoro potranno essere nuovamente utilizzati nei settori dell’agricoltura, della cura della persona, con particolare riferimento ai lavori domestici e dell’Horeca (hotel, ristoranti e caffè). Il voucher avrà un valore di 10 euro lordi all’ora, per un importo di 7,50 euro netti e con un tetto di reddito massimo per i lavoratori sino a 10mila euro annui. I voucher dovrebbero servire a coprire le prestazioni occasionali al fine di contrastare il lavoro nero e garantire la copertura contributiva e assicurativa ai lavoratori, ma di fatto, in passato, troppo spesso sono stati utilizzati in modo del tutto erroneo. Il mondo del lavoro vive un periodo precario. Basta guardare agli ultimi dati, forniti dalla Cgil, per quel che riguarda Ascoli e Fermo, in riferimento al settore ristorazione: il lavoro part time è salito dal 61,2% del 2014, al 65,2% del 2020, il tempo determinato dal 37% al 40,3 , l’indeterminato scende dal 47,4% al 40,6%.