Le mosse di Nardini: "Coinvolgiamo la città, serve un cambiamento. I giovani se ne vanno"

Le mosse di Nardini: "Coinvolgiamo la città, serve un cambiamento. I giovani se ne vanno"

Le mosse di Nardini: "Coinvolgiamo la città, serve un cambiamento. I giovani se ne vanno"

di Flavio Nardini

Erano passati oltre quattro anni dall’ultima visita di Emidio Nardini alla nostra redazione. Anche allora era candidato sindaco, seppure di un piccolo movimento, e anche allora avevamo un appuntamento per un’intervista. Ora le cose sono cambiate e il cardiologo è alla guida di una squadra di centrosinistra che mette dentro diverse anime, dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle. Sarà lui il volto che sfiderà Marco Fioravanti alle elezioni comunali del 2024. Guardando l’indice di gradimento del primo cittadino sembra una sfida tutta in salita.

Come mai ha accettato?

"Non potevo rifiutare qualcosa che mi veniva proposto in una certa maniera. Mi sono reso conto che a un certo punto ero diventato, non per merito mio, l’unica persona che potesse unire tutte le forze d’opposizione, o almeno quelle che ci vogliono stare".

Cosa è cambiato rispetto a quattro anni fa?

"Allora avevamo un piccolo gruppo, Ascolto&Partecipazione, nato come associazione culturale. Arrivati a ridosso delle elezioni c’era il problema che non usciva fuori un candidato unitario e ci offrimmo, pensando di poter almeno unire una parte, visto che i 5 Stelle da statuto non potevano fare alleanze. Ma si vede che i tempi non erano maturi, perché l’offerta non fu intesa nel verso giusto, e quindi cadde e ci fu lo spezzettamento tra forze".

Spalancando le porte al ballottaggio tra due forze di destra.

"Sicuramente. Perché se fossimo andati uniti, al ballottaggio saremmo andati noi. Invece ci siamo ritrovati un governo della città in cui l’opposizione è ai minimi termini numerici. Una parte della minoranza fa parte della maggioranza, come la frangia Celani".

E si arriva a oggi...

"C’è stato evidentemente uno spostamento e un intendere diverso. I 5 Stelle non hanno più vincoli, così siamo arrivati alla squadra che proporremo agli ascolani".

Come si è trovato in questi quattro anni, da medico a politico?

"Avevo avuto già un’esperienza consiliare di opposizione seppur molto marginale. Mi occupavo soprattutto dei problemi inerenti alla sanità e lavoravo ancora in ospedale quindi avevo dei ritmi importanti. Questi anni invece li ho passati più al centro, con più responsabilità. Con la sensazione di non poter fare molto, perché siamo pochi e le cose sono tante. E dall’altra parte c’è una durezza da dover affrontare enorme. Rifiutano tutto. Come quella volta che il sindaco accettò una proposta dell’allora consigliere Canzian, ma la sua parte non capì e ci votò contro. Ci sono tanti casi così".

Ad esempio?

"Il caso biblioteca è emblematico. Uscì a un certo punto che sarebbe stata privatizzata attraverso una delibera. Lo facemmo presente in commissione, perché non c’era la base giuridica per un intervento del genere. In commissione ci votarono contro, ma durante la notte cambiarono la delibera perché era irricevibile. La mattina dopo la presentarono cambiata senza discuterla. Un modo di fare politica che non è quella che intendiamo noi".

Come si fa a far tornare la gente a votare?

"La disaffezione è partita quando si è pensato di non poter più essere attivi, preferendo delegare. Mi ricordo la prima volta che andai a votare, appena 18enne, fuori dal seggio la gente mi faceva gli auguri. Ero entusiasta di avere la possibilità e il dovere di rappresentare con il mio voto una mia scelta. Adesso si percepisce sempre meno e diventa, per fare un esempio di quello che è successo ad Ascoli con le tantissime liste presentate alle elezioni, un giochino per cui coinvolgi tante persone ma solo per avere qualcosa per te. Non è un rapporto di scambio, né tantomeno un modo di fare la politica per l’altro, che sarebbe il principio fondamentale. Ci sono candidati che prendono 7 voti che per loro sono inutili ma servono a qualcun altro".

Quale è l’alternativa?

"Bisogna avere un’idea nuova di città ma per averla serve un’idea diversa di cittadino. Cercare di cambiare questo modo di pensare proponendo quello che è successo a noi in questo cantiere. Non è un proporre la persona, non è Nardini sindaco, deve diventare ’cittadini sindaci’ per fermare il declino della città".

Su che temi punterete?

"Vogliamo proporre un’idea diversa, un progetto diverso".

Il sindaco vi ha anticipato sul tema ambientalista con il suo libro...

"Parlano di ’green’ e poi vogliono fare un impianto a Monte Piselli che costerà 18 milioni di euro e che per mantenerlo dovresti avere 100mila presenze l’anno. Dopo aver sventrato una montagna con un impianto nuovo quando ancora non abbiamo tolto il vecchio, degli anni ’60, che rimane lì con cavi per terra, i tralicci arrugginiti. Questa è l’idea di ’Green’?".

L’errore più grande che imputate all’amministrazione?

"E’ presto per fare campagna elettorale. Però noto una comunicazione a spot, Ascoli è sempre nella stessa situazione, perdiamo 500 abitanti ogni anno. Se ne vanno i giovani: prima esportavamo manodopera, ora ragazzi formati qui".