L’omicidio di Roberto Peci, San Benedetto e le Brigate Rosse

Il collega Mario Di Vito e i diari della nonna, moglie del magistrato Mandrelli che condannò i giustizieri

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Sarà una coincidenza, ma quasi tutte le storie noir hanno a che fare con i fluidi. Nei romanzi, nel cinema: fluidi corporei, naturali, artificiali, salvifici o tossici. La sudata di Bogart ne ‘Il grande sonno’, la fitta condensa che si appiccica sulla Parigi di Simenon. I fiumi di birra che tengono in vita Nero Wolfe, la vasca piena d’acqua di Clouzot, da cui emerge la morte. E forse non è un caso se al principio di ‘Colpirne uno – Ritratto di famiglia con brigate rosse’, il protagonista - l’influente magistrato Mandrelli - esce di casa all’alba per andare, con la sua barca a vela, alla deriva. In mezzo al nulla placido e silenzioso, Mario Mandrelli cuce lembi di vita privata.

La tempesta si sta per scatenare, ma a terra. Nel giugno del 1981 Roberto Peci, fratello del brigatista Patrizio, viene sequestrato dalle Br marchigiane. Mario Di Vito, autore del romanzo edito da Laterza e giornalista, conduce il lettore attraverso San Benedetto e narra una vicenda ai margini, ma tutt’altro che marginale, della Storia di questo Paese. "E’ il periodo ‘crepuscolare’ delle Brigate Rosse – dice Di Vito –. quello di Giovanni Senzani, un leader ambiguo che non viene capito dai suoi stessi compagni, e che inizia un nuovo capitolo nella storia dell’organizzazione. Anzi, un’altra storia, una storia di guerra". Roberto Peci viene rapito in quanto fratello del primo grande pentito delle Br. Il perfetto capro espiatorio: colpire lui significa colpire Patrizio, significa avvisare tutti i possibili pentiti. Gli infami, come direbbe la mafia. Dopo 54 giorni di processo ‘popolare’, il corpo di Roberto viene trovato morto in un casolare della campagna romana. "Ci fu vergogna per questa morte – continua Di Vito, che racconta le fasi del processo nel quale suo nonno, Mario Mandrelli, condannò i giustizieri di Peci –. La città stessa se ne vergognò, perché come dice bene il necrologio di Roberto Peci, questa fu ‘La morte di un operaio figlio di operai’". Ma ‘Colpirne uno’ non è solo il racconto della fine di un’era. E’ anche la cronaca dall’altra parte della barricata. Lo squarcio si apre, spiega Di Vito, grazie ai diari di sua nonna Loreta. E sarà anche questa una storia di guerra. O meglio, per la sopravvivenza della ‘normalità’, in un mondo in cui questo concetto non ha più significato. E nel processo, iniziato il 14 luglio 1986, ci si chiederà: quanta forza bisogna usare contro il ‘nemico’ per non andare oltre, e causare altro dolore? Un mese dopo l’inizio del processo, nelle sale sarebbe uscito ‘Manhunter – frammenti di un omicidio’: la storia un po’ movimentata di un detective che, per inchiodare un assassino, è costretto a pensare come lui. Anche in questo caso sarà il mare a rispondere. E il tempo, a consolare il consolabile.

Giuseppe Di Marco