Mazzamauro al Serpente Aureo:: "Non sono solo la signorina Silvani"

L’attrice protagonista domani sera con ‘Com’è ancora umano lei, caro Fantozzi’,.

Mazzamauro al Serpente Aureo:: "Non sono solo la signorina Silvani"

Mazzamauro al Serpente Aureo:: "Non sono solo la signorina Silvani"

"Non sono solo la Silvani, ho usato la genialità di Paolo Villaggio per parlare nel mio spettacolo di tante cose: dalla diversità, alla solitudine, passando per le esperienze di vita sul set. Il tutto per far provare al pubblico grandi emozioni". Presenta così il suo ‘Com’è ancora umano lei, caro Fantozzi’, Anna Mazzamauro, in scena domani al Serpente Aureo di Offida.

Mazzamauro, cosa deve aspettarsi il pubblico dal suo spettacolo?

"Lo spettacolo è un riassunto, del rapporto con Paolo Villaggio, ma anche di tutto ciò che entra a contatto con i film. A partire dal provino. Ero andata a fare il provino per la signora Pina, ma mi hanno presa per la Silvani. Ho usato la genialità di Paolo Villaggio per parlare di tante altre cose, ci sarà un pezzo di Visconti, si riflette sulla disperazione della donna, sulla solitudine provata dalla Silvani, sulla diversità. Tutto ciò racchiuso nella mia storia, che racconto al pubblico per far provare emozioni, sentimenti forti e comicità. Sarà uno spettacolo, più che un monologo. Ad accompagnarmi con piano e chitarra, infatti, ci sarà il musicista Sasà Calabrese. Non sono una cantante ma, sempre in nome delle emozioni, canto come se le canzoni fossero monologhi, e il pubblico non si preoccupa che io non abbia la voce di un usignolo".

Parla della Silvani come di croce e delizia. Si è mai pentita di averla interpretata?

"No pentita mai perché devo a lei la mia popolarità, ma a volte mi sta come una cornice con dentro una brutta fotografia. La cornice mi piace, la brutta fotografia meno".

Si pente di una laurea mancata, ha mai pensato a come sarebbe oggi la sua vita se non avesse fatto l’attrice?

"Mai, io sono nata per fare l’attrice. Vedo bellissime e giovanissime ragazze in televisione che intervistate rispondono ‘ad un certo punto ho sentito il desiderio di fare l’attrice e mi hanno chiamata dalla tv’. Non funziona così, non è un desiderio che nasce improvvisamente, e nessuno ti chiama, a meno che non sei raccomandata. Io ce l’ho nel dna. Già all’asilo disegnavo palcoscenici, locandine, seduta ai banchi di scuola guardavo fuori. E i miei genitori, splendidi ma ‘normali’, si sono spaventati e mi hanno mandato dalle suore per sedare il ‘demone del teatro’. Ma hanno fatto peggio".

Parla spesso di diversità, lo ha fatto nel suo libro ‘Nuda e cruda’, lo fa nel suo spettacolo. Quanto si è sentita diversa nella sua vita?

"Un artista è sempre diverso. Per lo spettacolo ho scritto ad un certo punto il racconto dell’incontro tra la Silvani e un uomo gay. E quando lui le dice sinceramente ‘io sono gay’, lei urla ‘ah che tragedia, ho incontrato un uomo diverso!’. Ma lui replica: ‘Stupida nana bassa, non sono io che sono diverso, ma gli altri che sono troppo uguali’".

Ottavia Firmani