Niente cinture e sorpasso: Jacopo Bachetti, ecco la perizia

Le conclusioni del tecnico sullo schianto che nel novembre 2020 causò la morte del barman: i ragazzi erano in tre, col tettuccio aperto

Jacopo Bachetti aveva 27 anni

Jacopo Bachetti aveva 27 anni

Depositata la perizia disposta dal gip nell’ambito dell’inchiesta per la morte di Jacopo Bachetti, il 27enne deceduto in un incidente stradale la sera del 14 novembre 2020 a Venagrande lungo la provinciale dell’Ascensione, all’incrocio con viale dei Caduti. L’ingegner Andrea Violoni ha illustrato ieri alle parti le conclusioni dei suoi approfondimenti che entrano nel fascicolo processuale. Era stata sollecitata dalla Procura e dalla difesa dell’indagato, il 24enne Maurizio Belloni, che hanno chiesto di approfondire aspetti ritenuti utili a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Belloni quella sera era alla guida della sua Audi TT Roadstar cabrio a trazione anteriore (per il perito perfettamente funzionante), omologata per trasportare due persone, ma al momento del sinistro, alle 21,40 circa, a bordo erano in tre: Belloni alla guida, Bachetti sul sedile del passeggero con sulle sue gambe la 22enne Giorgia Bruschi. L’auto era preceduta da una Volkswagen Polo con a bordo altri amici. Le due auto procedevano in direzione Ascoli. Secondo il rapporto della polizia giudiziaria, l’Audi ha superato la Polo e, nella curva dopo, è uscita di strada, ha sbattuto contro un cassonetto, ha sfondato il guardrail ed è precipitata nella scarpata per 25 metri (17 mt di dislivello) ribaltandosi: gli occupanti sono stati sbalzati fuori dall’auto, la cui cappotta era stata aperta poco prima, durante la marcia; secondo questa ricostruzione, nessuno indossava la cintura. Nel rispondere ai quesiti oggetto della perizia, l’ingegner Violone ha intanto evidenziato che il tratto di strada dove è avvenuto l’incidente mortale era sprovvisto di segnaletica orizzontale, mentre era presente quella verticale; sufficiente l’illuminazione pubblica. Secondo gli accertamenti tecnici l’Audi prima della collisione viaggiava a 70 kmh (il limite era di 50) ed è arrivata in frenata alla collisione a 50 all’ora. Il perito ha rilevato che l’installazione del guard rail era idonea e coerente con le disposizioni di legge; la barriera ha ceduto a causa della velocità dell’Audi e per l’angolo di incidenza della collisione, prossimo alla perpendicolare. Per lViolone è ininfluente che il guard rail fosse privo di catarifrangenti, anche se non si è potuto esprimere sullo stato della manutenzione, non avendo sufficienti informazioni al riguardo. Peppe Ercoli