Notte di tensione al porto Per i pescatori nuovo stop

Blitz da Abruzzo e Puglia, con la polizia in assetto anti sommossa, carabinieri, finanzieri e personale della capitaneria: "Gli altri pescano, ha senso questo?"

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Falsa partenza. Di nuovo ferma la flottiglia peschereccia dopo il secondo blitz dei pescatori dell’Abruzzo e della Puglia avvenuto nella notte fra lunedì e martedì nel porto di San Benedetto. Decine di marittimi arrivati da Pescara, Termoli, Vasto e Manfredonia che sono stati accolti da una folta schiera di forze dell’ordine per evitare eventuali disordini. Polizia in assetto anti sommossa, carabinieri, finanzieri, personale della capitaneria di porto hanno creato un corridoio attraverso il quale i pescatori che tornavano in posto hanno potuto scaricare il pesce da portare al mercato ittico senza correre il rischio di essere minacciati. Tutte portate a mano sulla banchina, una cassetta dopo l’altra. Va detto che non ci sono stati tentativi di aggressione o venire alle mani. Tutto si è svolto con una certa serenità. I pescatori venuti in ’missione’ hanno subito chiarito che non avevano intenzioni bellicose, ma volevano solo parlare e convincere la marineria sambenedettese a continuare nello sciopero. "Una situazione complicata – spiega Francesco Caldaroni coordinatore nazionale degli armatori – Mentre noi stiamo lottando per avere delle agevolazioni dal Governo, c’è qualcuno che va in mare, così con meno prodotto aumenta la richiesta e il prezzo sale, alle spalle di chi sta continuando la battaglia. Così non va bene. Ora parleremo con Rimini, ma sono solo quattro barche e poi con Chioggia, vediamo che succede. Sul Tirreno stanno pescando, ma da lunedì inizia il fermo pesca e il problema non esiste".

Sul costo del gasolio Caldaroni tiene la situazione monitorata: "La Francia lo paga 0,90 ma poi ottiene 20 centesimi di rimborso dalle Regione e 15 dallo Stato; Malta lo paga 50 centesimi, la Grecia 55 e la Spagna 65-72 centesimi. Noi come facciamo a reggere la concorrenza? Sembra tra l’altro che il prezzo sia destinato a salire fino a 1,30-1,40 a litro nei prossimi giorni. Anche chi si ostina ad andare a mare sarà costretto a fermarsi per forza con questi costi". Dopo 15 giorni di fermo nel mercato ittico di San Benedetto sono arrivati 6.270 chilogrammi di pesce per un valore complessivo di 60.339,30 euro. Poco più di un quintale di sogliole di varie pezzature il cui prezzo medio è oscillato fra i 20 ed i 34 euro: sono stati pescati circa 7 quintali di triglie vendute tra i 5 ed i 10 euro a seconda delle dimensioni; circa 60 chili di scampi andati all’asta tra i 20 euro quelli piccoli ed i 63,50 quelli di prima scelta. Grandi quantità di merluzzi, oltre 22 quintali divisi per sei categorie, i prezzi hanno oscillato dai 10 euro i piccoli i 13,67 i più grandi; poco più di 5 quintali di rana pescatrice venduti tra i 5 ed i 13 euro; un paio di quintali di totani venduti intorno ai 12 euro; una settantina di chili di pannocchie bianche vendute fra i 13 ed i 26 euro quelle grandi e vive. Poche quantità a prezzi non eccessivi a fronte di spese fisse che rimangono sempre le stesse. Nonostante tutto i pescatori sambenedettesi vorrebbero andare in mare. "Noi stiamo fermi mentre gli altri pescano – il commento di un armatore – ditemi voi che senso ha tutto questo".

Marcello Iezzi