Nulla di fatto a Roma "Sciopero a oltranza"

Una delegazione è andata anche a Viareggio e in Liguria per convincere chi va ancora in mare

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Le marinerie italiane si stanno unendo, dopo il nulla di fatto di lunedì a Roma, nell’incontro col sotto segretario alla pesca Francesco Battistoni. Il Governo non scuce i contributi, così lo sciopero di una settimana diventa ad oltranza e nel frattempo si lavora all’organizzazione di una massiccia manifestazione di protesta. L’ipotesi è bloccare importanti infrastrutture e paralizzare la Penisola. "Ormai non vediamo una via d’uscita e da onesti lavoratori diventeremo tutti delinquenti, perché saremo denunciati – afferma Giuseppe Pallesca, presidente della cooperativa Progresso – Con il gasolio a 1,20 euro le barche non ce la fanno ad andare in mare e saremo costretti a fare licenziamenti e a tenere un capitale fermo in porto. Che cosa daremo da mangiare alle nostre famiglie?". Lunedì a Roma, l’incontro con l’onorevole Battistoni è stato un fallimento. In sintesi il problema lo Stato lo conosce perfettamente ed ha stanziato 20 milioni di euro, che significano aiuti per circa 3mila euro ad imbarcazione, ma gli armatori che non sono in regola con il pagamento delle tasse, non riceveranno nulla. "Con i costi così elevati quando abbiamo pagato il gasolio, gli stipendi ai marittimi e un minimo di sostentamento per le nostre famiglie è normale che la maggior parte degli armatori non ce la fa a reggere anche i pagamenti, e qualcosa resta indietro". Ieri una delegazione di pescatori sambenedettesi si è recata a Viareggio e poi in Liguria per cercare di convincere anche quelle poche marinerie del Tirreno che ancora si ostinano nell’andare a mare. Il progetto, quindi, è bloccare l’intero comparto.

Marcello Iezzi