CronacaOmicidio Spinetoli, si scava nella vita privata di Antonio Cianfrone

Omicidio Spinetoli, si scava nella vita privata di Antonio Cianfrone

Si indaga per omicidio premeditato. Gli investigatori confidano sui rilievi scientifici fatti sulla scena del crimine

Antonio Cianfrone aveva 50 anni

Antonio Cianfrone aveva 50 anni

Spinetoli (Ascoli Piceno), 4 giugno 2020 - Sono diversi i fronti sui quali sono impegnati i carabinieri di Ascoli per dare un volto ed un nome a chi ha ucciso ieri mattina l’ex vice comandante della stazione di Monsampolo del Tronto Antonio Cianfrone, dal 2015 sospeso dal servizio. Un lavoro coordinato dal procuratore capo Umberto Monti che ieri più volte si è recato sul luogo dove è stato trovato cadavere l’ex maresciallo; con lui anche il comandante provinciale Ciro Niglio. Omicidio premeditato l’ipotesi di reato per la quale si indaga.

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Un momento chiave è quello dell’autopsia che stabilirà quale è stata la dinamica dell’omicidio (foto), quanti colpi di arma da fuoco hanno raggiunto la vittima e in quali parti del corpo. In base a quanto trapelato, Cianfrone sarebbe stato ucciso con tre colpi di pistola, probabilmente di piccolo calibro, che lo hanno colpito anche alla testa e al torace; a terra c’era poco sangue. Ma saranno gli esperti della Medicina legale dell’Area vasta Sabina Canestrari, Francesco Brandimarte e Massimo Senati a sciogliere ogni dubbio quando effettueranno l’autopsia; ieri hanno svolto la ricognizione cadaverica recandosi sul posto.

Stabiliranno anche la tempistica della morte rispetto ai colpi sparati; l’ex carabiniere non sarebbe infatti deceduto sul colpo, ma solo quando sono arrivati i soccorsi, rivelatisi purtroppo inutili. Comunque diversi minuti dopo che gli hanno sparato. Ieri si è molto parlato di un omicidio di criminalità organizzata, anche se quando si ipotizzano questi scenari si immaginano killer "precisi" che, se l’obiettivo è uccidere, si assicurano che la vittima sia davvero morta e solo dopo si allontanano; a meno che non ci sia stato il disturbo di qualcuno sopraggiunto. Innanzitutto va capito come e perché Cianfrone avrebbe potuto finire nel mirino di persone evidentemente pericolose o se invece sia stato vittima di una feroce vendetta privata, magari addirittura commissionata ad esecutori. Siamo naturalmente nel campo delle ipotesi.

Il luogo dell'omicidio

Si scava allora nella sua vita privata e lavorativa. Con l’allontanamento dall’Arma dei carabinieri era notevolmente diminuito anche il suo stipendio; Cianfrone manteneva uno stile di vita sobrio e decoroso, senza eccessi ed a ciò avrebbe contribuito anche qualche guadagno per la collaborazione instaurata con una ditta che importa auto dall’estero. Veicoli che Cianfrone si impegnava a ritirare secondo le indicazioni che gli venivano date. Le consegnava poi alla ditta che, a lavoro eseguito, lo pagava per questo servizio del tutto lecito. Per ricostruire la vita privata saranno utili i familiari. Cianfrone era separato, aveva due figli grandi e dopo la separazione ha frequentato in particolare un’altra donna.

Gli investigatori confidano sui rilievi scientifici fatti sulla scena del crimine a caccia di impronte di scarpe e degli pneumatici della moto con la quale chi ha ucciso Cianfrone è giunto sul posto e si è allontanato a omicidio commesso. E si conta molto anche sulle immagini delle telecamere di sicurezza di un’ampia zona che potrebbero aver ripreso la moto di colore scuro con in sella due persone, una con casco chiaro e l’altra con il casco verde. C’è poi l’appello del procuratore Monti e del comandante dei carabinieri Niglio ad eventuali testimoni. "Si facciano avanti, pure se pensano di non aver visto niente, perché possono essere comunque utili alle indagini".