Passaggio pedonale pericoloso:: "Bastano 10 metri di marciapiede"

Per uscire di casa a piedi gli abitanti devono aggirare un guardrail o usare una scala arrugginita. .

Passaggio pedonale pericoloso:: "Bastano 10 metri di marciapiede"

Passaggio pedonale pericoloso:: "Bastano 10 metri di marciapiede"

C’è un problema serio e di vecchia data, che il comune di Grottammare dovrebbe risolvere, anche in fretta, poiché rappresenta un pericolo per l’incolumità dei residenti di via Ischia, quelli che abitano nelle palazzine alle spalle dell’area di servizio Eni. Per uscire dalle loro residenze a piedi e recarsi verso il centro commerciale L’Orologio e il quartiere Ascolani, devono andare sulla Nazionale, aggirare il guard rail e percorrere un tratto di via Carlo Alberto Dalla Chiesa sulla carreggiata. "E’ un pericolo serio perché gli automobilisti che si immettono sulla statale Adriatica guardano solo verso sinistra per poi svoltare verso nord e non si accorgono delle persone che vanno a piedi – racconta un residente –. Siamo disposti anche a collaborare, a patto che il comune ci metta in sicurezza". Spieghiamo la situazione. Usciti di casa i residenti si trovano di fronte al piazzale dell’area di servizio e per scendere sulla strada hanno due possibilità: aggirare il guardrail finendo subito in mezzo alla strada o utilizzare una vecchissima scala di ferro, ormai marcia e non a norma che i privati avevano messo oltre 50 anni fa. Una scala privata su suolo pubblico che il comune tempo fa aveva chiuso con una rete e che i residenti, a loro rischio e pericolo, sono stati costretti a togliere, scegliendo il rischio minore. La comica della situazione è che l’ultimo tratto di marciapiede che avrebbe risolto in parte la questione, pur essendoci già il cordolo, non è stato mai completato e al posto della pavimentazione ci sono grandi piante di oleandri e attorno tante erbacce. Basterebbe completare 10 metri di marciapiede, creare un accesso dal piazzale sul marciapiede attraverso il guard rail e rimuovere la pericolosa scala di ferro ormai marcia. Un lavoro che potrebbero fare gli stessi operai del comune.

Marcello Iezzi