Picenambiente, atmosfera sempre più tesa: ormai si respira aria di ultimatum

Tutti i consiglieri, non solo i cosiddetti ‘dissidenti’, hanno dichiarato di considerare la società partecipata di gestione rifiuti a controllo pubblico

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Atmosfera sempre più tesa sulla questione Picenambiente: i consiglieri di maggioranza sono tornati a riunirsi per fare il punto sulla società partecipata alla quale il comune versa circa 10 milioni di euro l’anno. Il nodo rimane sempre quello del controllo pubblico, ma oramai si respira aria di ultimatum. Nel corso della riunione, infatti, tutti i consiglieri, non solo i cosiddetti ‘dissidenti’, hanno dichiarato di considerare la Picenambiente società a controllo pubblico. Ad essere meno convinta è invece la giunta, che durante il confronto ha dichiarato di non voler rischiare eventuali ricorsi da parte della società. A lasciare esterrefatti alcuni consiglieri è stata poi la richiesta, da parte della giunta, di non essere smentita pubblicamente per mantenere, come si dice, le bocce ferme. La considerazione viene spontanea: se la giunta non avesse prodotto due delibere che perpetuano l’esclusione della Picenambiente dal gruppo di consolidamento, oggi non si sarebbe arrivati a questo punto. Formalmente, però, l’accordo è pressoché unanime: le delibere verranno cambiate e questo significa che, con tutta probabilità, entro settembre gli uffici produrranno un nuovo documento che include la società di Contrada Monte Aquilino nel gruppo del bilancio consolidato. Il segretario generale Stefano Zanieri è stato chiamato in causa per capire se quest’operazione sia fattibile. Se il responso dovesse essere negativo, i consiglieri voterebbero contro la delibera, rifilando al sindaco Spazzafumo la terza, dura sfiducia in soli 10 mesi di mandato. Ma appunto, il rischio di andare a casa è troppo alto, e difficilmente la giunta lascerà la delibera invariata. Il fatto, però, è che la modifica della delibera, di per sé, non rende la Picenambiente società a controllo pubblico. Un primo passo va fatto, ma il cambiamento auspicato da Giorgio De Vecchis sin dai banchi della minoranza dovrà avvenire ‘de iure’. Ad esempio, nell’annuale ricognizione delle società partecipate, dove la Picenambiente potrebbe essere definita società controllata. Un atto del genere, nel dicembre 2018, veniva predisposto dal dirigente agli Affari Generali, Roberto De Berardinis. L’epilogo è ben noto: la delibera veniva impugnata al Tar da Picenambiente, che le dava ragione. E il comune, senza addurre spiegazioni, non ricorreva. Adesso, se la società dovesse presentare un nuovo ricorso, Spazzafumo non potrebbe esimersi dal resistere fino all’ultimo grado di giudizio.

g. d. m.