Squillo con l’Hiv e l’epatite, lo sapeva da mesi

Il caso choc: le carte dell’inchiesta

Prostituzione (foto repertorio)

Prostituzione (foto repertorio)

Ascoli, 24 giugno 2017 - Emergono nuovi particolari sul caso della prostituta sambenedettese, I. M., 36enne, arrestata dalla squadra mobile di Pescara perché, sapendo di essere affetta da Hiv e da epatite C, ha continuato ad avere rapporti sessuali con i clienti e anche con il convivente (non protetti), tacendo il suo stato di salute. Dagli atti emerge anche che la donna sapeva di essere sieropositiva, in maniera certa, già da mesi, sicuramente da prima del 26 ottobre dell’anno scorso, giorno in cui finì nei guai per aver commesso un furto nell’ospedale di Pescara.

Nella circostanza, un agente della pattuglia della polizia che era interevnuta, si punse con una siringa che la donna teneva nella propria borsa. Fu la stessa giovane a riferire di essere tossicodipendente, affetta da Hiv e da epatite C. L’agente fu sottoposto agli accertamenti e poi alla successiva profilassi. Le analisi hanno poi confermato che non c’è stato contagio. Ricostruendo il mosaico investigativo, la polizia ha potuto accertare che la 36enne era stata più volte controllata dalle forze dell’ordine, perché trovata spesso nel quadrilatero della prostituzione nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara. Da qui l’intensificarsi dei controlli sapendo delle sue malattie e della possibilità di infettare i suoi clienti e anche ignari malcapitati. A maggio scorso, infatti, la sambenedettese era stata arrestata per rapina ai danni del negozio ‘Jolie’ di Pescara. In quell’occasione graffiò le sue vittime e minacciò la titolare dell’attività: «Lasciami stare o ti pungo, ho l’Aids, cinese di merda».

Dunque la donna era ben consapevole di essere malata e di potere trasmettere le sue malattie a terze persone. La polizia in occasione dell’arresto delle bande di albanesi e romeni che sfruttavano le prostitute sul territorio di Pescara, nei primi di maggio scorso, diffuse la notizia di una donna che si prostituiva nella zona della stazione di Pescara e che era affetta da Hiv e subito dopo si presentò il compagno cui la donna aveva sempre negato di essere sieropositiva, inducendolo ad avere rapporti sessuali non protetti. L’uomo, che ha riconosciuto la sua compagna dalle foto mostrategli dalla polizia, è sprofondato nel dramma più totale, sapendo aver avuto per quattro mesi frequenti rapporti sessuali non protetti con lei. Le analisi, fortunatamente, hanno escluso il contagio. Ma anche in consguenza del suo racconto, sono poi scattate le manette nei confronti della donna.