
Pugno duro per Parolisi Il giudice ora gli revoca tutti i permessi premio: non ha ancora compreso
Non poteva essere altrimenti. Troppa indignazione avevano lasciato le parole di Salvatore Parolisi che, nel professarsi innocente per l’omicidio della moglie, aveva scaricato su di lei la colpa delle sue scappatelle con le diverse amanti avute nel suo sportarsi per l’Italia per via del suo lavoro nell’Esercito Italiano. "Le davo 500 euro al mese: se non è amore questo…" disse l’ex militare. Dopo le dichiarazioni fatte a ’Chi l’ha visto’ nel suo primo giorno di uscita per permesso premio dal carcere di Bollate, nel Milanese, il tribunale di Sorveglianza di Milano ha infatti revocato tutti i 15 permessi già concessi fino a ottobre a Parolisi, condannato in Cassazione a vent’anni per l’omicidio della moglie Melania Rea, di cui 12 già scontati. Secondo il magistrato di sorveglianza di Milano Rosanna Calzolari, dicendo di essere stato condannato a vent’anni perché non c’erano prove, criticando la sentenza, parlando di moglie e amante e facendo una serie di osservazioni, ha dimostrato di non aver "compreso il significato e la valenza" dei permessi premio che sono parte di "un percorso di reinserimento e riabilitazione sociale graduale e concreto".
Si tratta di parole da parte di Parolisi che hanno fatto indignare la famiglia Rea, con Michele, fratello della donna che viveva a Folignano con il marito e la piccola Vittoria, che era intervenuto in diretta a ’Chi l’ha visto?’. "Se questo è un uomo io mi vergogno di esserlo" aveva detto Michele Rea esternando tutta la sua rabbia per sentire Parolisi denigrare la moglie assassinata con 35 coltellate al Bosco delle Casermette a Ripa di Civitella il 18 aprile del 2011. Lo scorso 12 aprile, dopo 12 anni di carcere, il tribunale di sorveglianza aveva concesso all’ex militare la possibilità di uscire dal carcere una volta a settimana fino a ottobre. Ma "la gravità delle esternazioni e l’assenza di consapevolezza" ha fatto revocare i permessi per "stimolare una approfondita riflessione". Le parole di Parolisi erano subito apparse offensive e senza rispetto per la memoria di Melania, addirittura anche al di là del fatto che sia lui o meno l’assassino. Non a caso l’avvocato Antonio Cozza, suo legale, in diretta tv ha disapprovato il fatto che il suo assistito avesse rilasciato l’intervista lasciandosi andare a dichiarazioni di questo tenore. Aveva capito che ci sarebbero state conseguenze per il suo assistito e così è stato. Almeno fino al 30 ottobre, dunque, niente volontariato in chiesa per Parolisi che spera comunque di trovare un lavoro per poter uscire dal carcere già l’anno prossimo.
Peppe Ercoli