VALERIO ROSA
Cronaca

’Quando mi bendo mi ascolto di più’. La tesi della danzatrice Laura Alfonsi

Si è laureata all’Accademia. Nazionale di Danza . dedicata alle persone . con disabilità visiva. .

La presentazione nella sede dell’Unione Italiana Ciechi

La presentazione nella sede dell’Unione Italiana Ciechi

E’ stata una presentazione davvero emozionante quella della studentessa Laura Alfonsi che, nella sede dell’Unione Italiana Ciechi, ha illustrato la tesi con cui si è laureata all’Accademia Nazionale di Danza dedicata alle persone con disabilità visiva. Un incontro fortuito, in occasione di alcune lezioni tenute ai campi estivi, poi il bisogno, forte quanto la passione per la danza, di approfondirne il lato terapeutico. È nata così la tesi "Mi vedo dentro: danzaterapia per ciechi e ipovedenti e il ponte tra la danza e la danzaterapia". Laura Alfonsi è una danzatrice contemporanea originaria di Ascoli che si sta rapidamente affermando nel panorama internazionale della danza. Grazie al suo impegno e alla sua dedizione, ha ottenuto numerose borse di studio e riconoscimenti che le hanno permesso di esibirsi in alcuni dei teatri più prestigiosi, arrivando a calcare il palcoscenico di New York.

La sua tesi offre un’analisi approfondita della danzaterapia applicata a persone cieche e ipovedenti, esplorando il legame tra danza contemporanea e terapia del movimento. Presenti all’incontro, la danzatrice, la presidente Uici, Gigliola Chiappini, il segretario, Margherita Anselmi, l’assessore Anna Grazia De Nicola e la coreografa Tina ‘Dance’ Nepi con cui Laura, all’età di 4 anni, ha intrapreso il suo percorso formativo all’interno della ‘Miniera delle Arti’. "La decisione di dedicare la mia tesi di laurea alla danzaterapia – ha spiegato la Alfonsi – è stata ispirata sia dall’esperienza al campo estivo, sia dall’amore per la mia bisnonna, diventata cieca a causa di una retinite pigmentosa. La tesi evidenzia come la danza possa essere un potente strumento di inclusione sociale e di sviluppo della consapevolezza corporea, andando oltre i limiti imposti dalla disabilità visiva. Danzando bendata ho scoperto un legame più profondo con la mia persona. Quando mi bendo, mi ascolto di più". L’autrice propone pratiche come danzare al buio o a occhi chiusi per stimolare una percezione più profonda del movimento, ridurre l’ansia e abbattere le barriere psicologiche. "La tesi di Laura – ha dichiarato Tina Nepi – sottolinea il valore della danza non solo come forma d’arte, ma anche come mezzo per il benessere fisico ed emotivo. Con l’auspicio che la danzaterapia non sia più marginalizzata a un determinato ambito della società, ma che sia un’arte accessibile a tutti". Soddisfatta ed emozionata anche la Presidente Chiappini: "La nostra Unione accoglie sempre con calore tutti coloro che vogliono capire il nostro mondo – ha commentato – chi non vede vive molto la diffidenza nel muoversi e la danza è uno strumento eccezionale per abbattere questa diffidenza".

Valerio Rosa