Orrore a Offida, "In quella Rsa, si doveva controllare meglio"

L’avvocato Mion assiste la famiglia di una delle vittime: "C’erano già dei sospetti, ci sono aspetti da affrontare anche in sede civile"

L’ingresso della Rsa di Offida (La Bolognese)

L’ingresso della Rsa di Offida (La Bolognese)

Offida (Ascoli Piceno), 20 giugno 2020 - L’inchiesta penale della Procura sul caso delle morti sospette prosegue per accertare se vi sono altri profili di responsabilità a carico di qualcun altro, oltre a Leopoldo Wick, 57enne infermiere in carcere a Marino del Tronto per l’accusa di omicidio premeditato e tentato omicidio premeditato. Ma questa vicenda, oltre ad un aspetto penalistico, avrà di riflesso anche conseguenze di carattere civile coi familiari delle vittime e di coloro che comunque si sono salvati dalla somministrazione indebita di farmaci, pronti a dare battaglia per ottenere il risarcimento danni. In questi giorni vengono informate le famiglie delle persone decedute o che hanno rischiato di morire. Non tutte sono infatti a conoscenza dell’inchiesta della Procura e dei carabinieri, come per altro è stato nel caso del sindaco di Offida Luigi Massa che ha appreso dalla stampa che il decesso di sua madre Teresa Vagnoni è tra i casi di morte che vengono contestati all’infermiere.

Della vicenda si sta già occupando Matteo Mion, avvocato civilista di Padova che assiste la famiglia di Lucia Bartolomei, l’anziana deceduta il 10 febbraio 2019. Il suo fu uno dei primi casi venuti a galla, insieme a quello di Vincenzo Gabrielli. L’avvocato Mion in occasione dell’autopsia sulla donna nominò come consulente medico legale il dottor Rosini. "Siamo presenti sul caso fin dall’inizio. Innanzitutto – spiega l’avvocato Mion – parto dal concetto di presunzione di innocenza che vale per l’attuale indagato, come per tutti.

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Ciò premesso, è evidente che questa vicenda ha risvolti non solo penali, per i quali pagherà chi sarà ritenuto responsabile di queste morti, ma anche aspetti da affrontare in sede civile". Insomma si prospettano una lunga serie di richieste di risarcimento danni con la struttura sanitaria offidana gestita dall’Area vasta 5. Richieste complessivamente milionarie.

"Un ente è sempre chiamato a rispondere di un fatto illecito commesso da un proprio dipendente" spiega l’avvocato Mion. "Si può infatti configurare quantomeno un’omessa vigilanza, tenuto conto per altro che da quando apprendo da articoli di stampa visto che ancora non abbiamo accesso agli atti, c’era chi aveva sospetti all’interno della struttura sul comportamento dell’infermiere indagato. Credo che sul fronte vigilanza ci siano state lacune". Man mano che i nomi degli anziani morti o che si sono salvati per miracolo emergono, ci sono famiglie che contattano avvocati per essere assistiti in vista di una costituzione di parte civile. "Oltre i casi noti, invito anche chi ha sospetti su propri cari ospitati nella Rsa di Offida a rivolgersi ad un legale per vedere tutelati i propri interessi" conclude l’avvocato.