Sanità, le opposizioni: "Qui riorganizzazione folle"

Dal Pd ad Articolo 1, piovono critiche per la scelta di organizzare a Fermo la Giornata delle Marche con il ministro Schillaci: "Organici al lumicino"

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Singolare la scelta di organizzare a Fermo la giornata delle Marche, con il Ministro della salute, proprio in un territorio, quello della provincia fermana, dove la sanità risulta maggiormente in affanno rispetto a tutta la Regione Marche. Lo sottolineano tutte le forze di sinistra del fermano, da Articolo Uno a Fermo Futura, il Movimento 5 Stelle, il Pd e Sinistra italiana che spiegano: "Se il motivo dovesse essere di riportare l’attenzione in un contesto di notevole criticità ed avere il coraggio di aprire ad un reale confronto disposto a recepire istanze, benissimo, se invece, fosse il tentativo di presentarsi in luoghi che scongiurino il contraddittorio, poiché adombrante il pensiero d’essere al cospetto di una città territorio, compresa la Provincia, in mano agli amici del centro-destra e della destra, ci si sbaglia. Assurda la riorganizzazione localistica e semi autarchica della sanità senza sollevare la fondamentale questione che è nel disomogeneo budget procapite del cittadino marchigiano".

Secondo i gruppi del centro sinistra, il problema della riforma sanitaria ormai avviata sarà quello di inasprire la competizione tra territori, con lo stesso budget che, ormai da anni, penalizza Fermo rispetto ad altri territori: "Anzitutto occorre aprire un serio confronto sia con le comunità locali sia con le forze sociali e di rappresentanza del mondo del lavoro per stabilire criteri ed assetti al fine di appianare le incongruenze della rete ospedaliera marchigiana. Su una situazione di carenza di dotazione organica di personale, occorre una immediata pianificazione per nuove assunzioni". Da rivedere la rete emergenza urgenza a, ancora una volta, vede Fermo del tutto svantaggiata, con un unico pronto soccorso per 180 mila utenti: "Occorre immediatamente costituire due punti di Pronto soccorso attrezzati, a Fermo e nell’interno, immediatamente efficientare e potenziare il sistema di trasporto di emergenza e soprattutto immediatamente assumere personale a contratto pubblico".

E ancora, investire sulle case di comunità, garantire a tutti il diritto alla salute, snellendo le infinite liste di attesa. E ancora, risulta che almeno 12 mila cittadini del fermano migrano per curarsi fuori territorio, sia perché scarseggiano posti letto sia per la mancanza di servizi fondamentali che disegnino un percorso più complesso e completo di cura, l’assenza di Emodinamica, Medicina Nucleare, Terapie Oncologiche e Chirurgia specifica di tipo oncologico (come pancreas, mammella) ed altro: "Occorrono congrue risorse nell’equa distribuzione e quindi capacità di pianificazione ed organizzazione in tutta la filiera - Stato, Regione, Territori. Per non parlare delle cure domiciliari e della prevenzione, per cui servono investimenti precisi e un lavoro congiunto di tutti Sindaci, con il coinvolgimento delle Rappresentanze sociali, delle Forze politiche, delle associazioni del socio-sanitario affinché con una sinergia di contributi si possa superare la frammentazione e la mancanza di omogeneità dei servizi sanitari da offrire in tutto il territorio regionale".