
Bagni allagati e disagi infiniti al liceo Stabili-Trebbiani. E successo lunedì scorso nella sede dell’indirizzo di Scienze Umane, in via...
Bagni allagati e disagi infiniti al liceo Stabili-Trebbiani. E successo lunedì scorso nella sede dell’indirizzo di Scienze Umane, in via Faleria, dove la rottura di una tubatura interna ha causato un’importante perdita d’acqua, riaccendendo i riflettori sulle criticità dell’edilizia scolastica italiana. A segnalare la situazione sono stati Cecilia Gabrielli e Alessandro Moretti, rappresentanti d’istituto, che hanno immediatamente informato la vicepresidenza. "La notizia, purtroppo, non stupisce, – affermano gli studenti attraverso la voce di Airini Ruben, che ha raccontato i fatti scrivendo alla nostra redazione – è solo l’ennesimo capitolo di una storia che si ripete in molte scuole italiane: quella della fragilità e della poca manutenzione degli edifici". A pagarne lo scotto, difatti, sono sempre lor, gli studenti: "È una situazione davvero difficile – racconta una di loro – siamo tantissimi e, a causa del guasto, la maggior parte dei bagni è inagibile". "Su tre piani di scuola è praticamente impossibile trovare servizi disponibili – racconta un’altra studentessa – i pochi funzionanti sono sempre occupati, si formano file e si perde molto tempo tra una lezione e l’altra".
I disagi si sono estesi a tutti i piani dell’edificio, con lunghe file e rallentamento dell’attività didattica. La scuola è comunque rimasta aperta, ma la richiesta, adesso, è quella di un intervento rapido ed efficace da parte della Provincia, che è già intervenuta sul posto per un sopralluogo. A confermarlo è il dirigente scolastico Arturo Verna (foto): "Non ci sono pericoli nell’immediato – spiega – ma il problema è serio e va risolto il prima possibile. Abbiamo subito chiamato in causa la Provincia, i cui operai sono venuti a fare un controllo: ci auguriamo che intervengano in maniera celere perché la situazione, col passare del tempo, è destinata ad aggravarsi". Anche gli studenti chiedono tempi certi e azioni concrete: "Cosa succederebbe se, al posto dell’acqua, si trattasse di una falla strutturale? Se già un semplice allagamento paralizza parte dell’attività scolastica, è lecito porsi qualche domanda sullo stato generale degli edifici. In passato abbiamo fatto scioperi e manifestazioni: segnali chiari, ma spesso inascoltati. L’episodio del Trebbiani va letto per ciò che è: un campanello d’allarme, più che un’emergenza. Un invito, forse, a considerare l’educazione anche dal punto di vista dei luoghi in cui si svolge. Perché l’istruzione passa sì dai libri, ma anche – e soprattutto – da ambienti sicuri, dignitosi e funzionali".
Valeria Eufemia