"Siamo a San Marco: che asporto facciamo?"

Il Cubanito Bailòn e i gestori: "Siamo lontani dai centri abitati, per noi lo stop è stato reale e prolungato"

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Li avevamo intervistati un anno fa, all’alba del primo lockdown, quando si erano appena trasferiti a vivere nel locale che avevano aperto da poco, il ‘Cubanito Bailòn’, inaugurato il 28 gennaio 2020. Loro sono Iolanda Ferri e Patrizio Norlatti, storici ristoratori del piceno ormai sull’orlo del precipizio, insieme a molti altri. E c’è un aggravante: il ristorante si trova lontano dai centri abitati, a San Pietro di Lisciano, piccola frazione lungo la strada che conduce al Colle San Marco, dove fare il servizio d’asporto quotidiano è praticamente impossibile. Stremati dalla chiusura prolungata, i due coniugi sperano soltanto di poter tornare a lavorare al più presto, ma la riapertura somiglia sempre di più a un sogno. "Siamo sfiniti. Riusciamo ad andare avanti grazie ai due soldi che avevamo messo da parte. L’ultimo risotro a novembre, di 2.700 euro, a fronte di spese fisse mensili di circa 4.500 euro al mese. Oltre a luce, gas e acqua, affitto e pagamento dei dipendenti".

Ne sono quattro: "Due a tempo indeterminato e due con contratto a chiamata. Attualmente, però, sono in cassa integrazione". L’amarezza è tanta: "Ciò che non capiamo è come mai i ristori si basino sul biennio 20192020, quando invece bisognerebbe ormai ragionare sul 2020 e 2021. Per poter ripartire c’è bisogno di riaprire. I ristori possono aiutare ma non servono a salvarci. La normativa è un caos e non sembra neppure basata sulla logica". Il loro è un disagio nel disagio: "Chi ha il ristorante in centro, da questo punto di vista, è avvantaggiato. Bisognerebbe tener conto anche di questo nel mondo delle sovvenzioni". E non ci stanno a passare da untori: "Un ristorante, con le dovute misure, può lavorare in sicurezza. Si potrebbe lavorare bene, tenendo conto delle distanze e attrezzando gli spazi all’aperto. Noi non possiamo fare altro che sperare in una riapertura imminente, per il resto, i soldi persi non si recupereranno mai".

Valeria Eufemia