Smottamenti, è battaglia legale

Nuovo capitolo del caso del terreno di via Montefeltro: i condomini attendono i lavori da quasi 10 anni

Migration

Smottamenti del terreno in via Montefeltro, il comune si opporrà alla sentenza che lo condanna, assieme ad un privato, ad effettuare lavori di messa in sicurezza alla collina sulla quale sorgono numerosi caseggiati: lavori che i condomini attendono da quasi 10 anni. È una storia senza fine, quella che riguarda le frane in zona Ragnola, quartiere della città interessato da un notevole rischio idrogeologico al quale è necessario porre riparo, pena l’ulteriore danneggiamento dell’abitato. Il comune, in tal senso, è stato già condannato ad effettuare opere in regime di coobbligazione con l’impresa Piergallini e Pignotti, ma subito dopo la redazione del progetto esecutivo, sarebbero emerse delle difficoltà pratiche e tecniche che non consentirebbero all’ente di intervenire. Se questa storia sembra non finire mai, essa ha invece un inizio ben preciso, e risale al marzo 2013, quando piogge pesanti contribuirono a far franare una notevole porzione del costone sul quale si ergono tre palazzine di via Montefeltro. A seguito di rilevamenti ad hoc, i tecnici del comune constatarono la grave lesione dei muri di contenimento del pendio e il conseguente sollevamento dei tre edifici. Il comune allora veniva chiamato in causa in un contenzioso, volto a verificare le cause e le responsabilità degli smottamenti, nonché l’entità dei danni subiti per l’assenza di opere di contenimento e drenaggio del terreno. Dopo una prima sentenza, che certificava la totale estraneità dell’ente nella faccenda, il ritorno in causa di merito produceva una nuova sentenza con cui il civico 124 di viale De Gasperi e la Piergallini & Pignotti venivano condannati ad eseguire una serie di opere di messa in sicurezza degli edifici condominiali, di consolidamento del versante in frana e di regimazione delle acque piovane. A questo punto il comune ricorreva in appello, che però si sarebbe rivelato un binario morto: dal 2018, infatti la causa di secondo grado non si è ancora conclusa. Nel frattempo, però, il comune e il privato hanno commissionato un progetto all’ingegner Salvatore Giuseppe Pesce: il tecnico, dal canto suo, ha inviato l’elaborato nell’agosto 2020 ma, dopo averlo valutato, il comune ha deciso di opporsi all’esecuzione della sentenza per alcune difficoltà insormontabili. Fra queste, il fatto che l’intervento non sarebbe di pubblica utilità, né esisterebbe un pericolo imminente. In secondo luogo, la realizzazione del muro, delle briglie e dei sistemi di captazione delle acque annullerebbe la capacità edificatoria dell’area in questione. Perciò, l’amministrazione comunale ha deciso di proporre ricorso contro l’esecuzione della sentenza.

Giuseppe Di Marco