Spinetoli ancora sotto shock La pista ciclopedonale deserta

Nel luogo teatro del terribile agguato ci sono gli investigatori al lavoro. Residenti sconvolti: "Pensavamo stessero sparando ai cinghiali". La fuga in via Molino degli assassini a bordo della moto

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Spinetoli è sotto choc per la spietata esecuzione, che ha visto vittima l’ex carabiniere Antonio Cianfrone. Il giorno dopo la pista ciclopedonale, che da Pagliare si snoda verso il mare resta sequestrata. Nel luogo teatro del terribile agguato ci sono gli investigatori al lavoro. Non ci sono persone che corrono né famiglie né tantomeno curiosi. Gli inquirenti stanno lavorando per non lasciare nulla al caso. Tutta la notte e per tutto il giorno le forze dell’ordine hanno presidiato la zona. I testimoni sono stati sentiti. Raccontano che i due assassini sono arrivati in zona Fiobbo di buon ora. Sono stati visti da più persone che parlano di un uomo e una donna. "Indossavano il casco integrale – raccontano – che non ci ha permesso di vederli in volto, ma uno di loro sembrava una donna".

A quell’ora il luogo era molto frequentato. Le persone raccontano di avere udito nitidamente tre colpi di arma da fuoco. Nessuno, però, poteva immaginare di trovarsi difronte ad una esecuzione in piena regola. "Abbiamo pensato che stavano sparando ai cinghiali o che fosse una scacciacani". Invece erano i colpi di una pistola che avevano freddato un uomo. Tre colpi, due a distanza ravvicinata e poi un terzo. A seguire il silenzio: né un grido né una parola. Poi si è vista la moto che sfrecciava veloce lungo la pista ciclopedonale, alzando la polvere, tanto che nessuno ha potuto prendere il numero di targa. "Procedeva in direzione Pagliare, per poi riprendere via Molino e far perdere le sue tracce". I carabinieri hanno raccolto le immagini delle telecamere delle villette che sono disseminate lungo via Fiobbo. Si pensa che i malviventi abbiano deciso di uccidere proprio nel giorno che segna la riapertura delle regioni. Molti sostengono che questa azione sia stata pianificata nei minimi dettagli.

Resta un dubbio: un’azione di questo tipo prevede quanto meno una minaccia, ma allora perché Cianfrone continuava a frequentare gli stessi luoghi? Ma soprattutto perché percorrere la pista ciclopedonale, che seppure frequentata resta un luogo ideale per un’aggressione? La strada che hanno percorso i due assassini è piena di villette e giardini pieni di fiori, la gente a quell’ora è a farsi la passeggiata, nei giardini, nei campi o addirittura seduta davanti la propria casa. E’ difficile pensare di passare inosservati.

A piangere Cianfrone non è solo Spinetoli, ma anche il paese di origine. Un dolore diviso con l’Abruzzo. Ciafrone era di Mozzagrogna in provincia di Chieti, l’uomo non aveva mai reciso il legame con il suo paese di origine. Aveva studiato all’istituto tecnico Fermi di Lanciano. Le due sorelle Sandra e Francesca infatti vivono a Lanciano, mentre i due genitori sono scomparsi ormai da qualche anno.

Maria Grazia Lappa