Tamponi e vaccini per i profughi ucraini

Sono 197 i rifugiati dalle bombe accolti nella nostra provincia: pochissimi i positivi al Covid, in 23 hanno ricevuto la somministrazione

Migration

La maggior parte è ospite di amici o parenti che vivono nella provincia, ha eseguito il tampone e qualcuno ha anche fatto il vaccino. Dal 12 marzo sono stati 197 i profughi ucraini, di cui 90 minori, tra quelli arrivati nel Piceno che si sono recati nei drive through di Ascoli e San Benedetto per il test. Solo una piccola percentuale è risultata positiva, mentre sono 23 (di cui una ieri, una donna russa che viveva in Ucraina, nel punto vaccinale allestito nella ‘Casa della gioventù’ di Ascoli), tra cui 2 bambini, i vaccinati. A quest’ultimi è stata inoculata la prima dose, mentre ad alcune donne ucraine è stata fatta la terza dose ‘booster’ che non erano riuscite a ricevere nel loro Paese. E ancora, ai profughi provenienti dall’Ucraina che si sono rivolti all’Area vasta 5 è stato assegnato per l’assistenza primaria un medico di medicina generale e ai bambini il pediatra di libera scelta. Il lavoro di esecuzione dei tamponi, di somministrazione dei vaccini e di assegnazione del medico di base è coordinato dai distretti sanitari e dal Dipartimento di prevenzione. "Come prima cosa facciamo loro il tampone una volta che vengono nei drive through – spiega il direttore del distretto sanitario di Ascoli, Giovanna Picciotti –, poi si recano in Questura per il rilascio del permesso (di soggiorno per motivi umanitari ndr) della durata di un anno, dopodiché tornano da noi per la scelta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta per i bambini. Sono quasi tutti ospiti in casa di ucraini che vivevano già nella nostra provincia e qualcuno è risultato positivo al tampone. Una percentuale però molta bassa rispetto alla totalità, meno di dieci. I vaccini contro il Covid-19 sono stati fatti a 22 persone nelle sedi dei distretti sanitari, mentre ad una che l’ha fatto oggi (ieri ndr) nel punto vaccinale alla Casa della gioventù. Sono state inoculate anche terze dosi, mentre ai due bambini prime dosi. Quando viene fatto loro il tampone – continua la Picciotti – gli viene detto che è molto importante vaccinarsi. Gli spieghiamo in cosa consiste, fortunatamente non abbiamo problemi dal punto di vista della lingua perché vengono sempre accompagnati da coloro che li accolgono che sono quasi tutti ucraini che vivono da noi da molti anni, e comunque l’Ambito territoriale della vallata ci ha messo a disposizione il numero di telefono di una mediatrice linguistica che, in caso di necessità, chiamiamo e ci fa la traduzione in simultanea".

Lorenza Cappelli