Tanti annunci e poche opere: il piatto piange

Dall’ex Carbon a corso Trieste, amministrazione in difficoltà sui lavori. Finora troppi rinvii

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di Flavio Nardini

È stato annunciato così tante volte che eravamo quasi arrivati a crederci. L’anno della Carbon potrebbe essere inserito presto nel calendario cinese, tanto sta diventando famoso. Tralasciando il passato – anche se l’eredità arriva dalle vecchie amministrazioni –, ecco allora che a fine 2019, il sindaco Marco Fioravanti, alla guida di Ascoli da pochi mesi parlò del 2020 come "l’anno giusto per l’avvio della bonifica". Dodici mesi più tardi, correzione in corsa: "Il generale Vadalà ci ha assicurato che entro il 2021 sarà appaltata la bonifica della vasca della prima pioggia. Parallelamente, sarà attivato un nuovo progetto con i privati per la bonifica dell’ex Carbon e per un progetto di rilancio di tutta l’area". Eccoci poi al 2022, dove l’unica novità è stata l’apertura del sito per le giornate Fai. Ma l’ex Carbon è solo la punta di un iceberg che vede l’amministrazione in grande difficoltà nelle opere pubbliche. Se sul sociale c’è poco da rimproverare e se anche gli eventi sembrano andare nella giusta direzione (Ghali, Ariete e Brunori Sas abbracciano pubblici diversi e modernizzano l’offerta culturale), sui lavori siamo indietro, veramente tanto. Lavori annunciati e mai partiti, rinvii continui e un senso di rincorsa perenne che non si può spiegare soltanto con lo stop dovuto all’emergenza Covid.

La netta sensazione è che, nonostante un notevole impegno del primo cittadino e, tranne pochi elementi di spessore, nella giunta ci siano dei vuoti difficilmente colmabili: una squadra in difficoltà che vede pochi palloni. Limiti dell’equazione ’voti portati a casa uguale poltrona assicurata’. Fatto sta che alcuni casi sono lampanti. Detto della ex Carbon, passiamo alle scuole. Il terremoto ha colpito il nostro territorio sei anni fa, in altri comuni gli studenti sono già stati trasferiti in istituti provvisori o ci sono addirittura strutture nuove, in città sono stati inaugurati appena due cantieri: Don Giussani di Monticelli e primaria di Poggio di Bretta. Tutti i vari trasferimenti avranno luogo, stando almeno al cronoprogramma, dal 2023 al 2025. Corso Trieste doveva essere il grande cantiere del centro storico: annunciato già nel 2020 (l’assessore Cardinelli al nostro giornale disse "l’obiettivo è vedere i cantieri aperti entro l’anno") siamo arrivati ad aprile 2022 e gli operai non si vedono poiché è stata pubblicata una nuova manifestazione d’interesse e il nuovo inizio è slittato (forse) a giugno.

E che dire del ponte di San Filippo: la giunta nel dicembre 2020 ha approvato il progetto definitivo della pista ciclopedonale che collega San Filippo a Monticelli, un intervento da 770mila euro. L’obiettivo era quello di rettificare l’andamento della curva a ovest del ponte, allargando la carreggiata fino a 6 metri. Sono passati 16 mesi, nessun passo avanti.

E poi, in ordine sparso, la riqualificazione della fortezza Pia, il parco fluviale sul Tronto, il nuovo velodromo a Campolungo, il ponte sul Tronto, la ciclopedonale da Porta Romana a Piazza Immacolata. Alla fine, in quasi tre anni, ci ricordiamo la nuova piazza Sant’Agostino, l’area di sosta a San Pietro in Castello, mentre oggi verrà inaugurato il parco avventura a Colle San Marco, annunciato 14 mesi fa quando ci fu il primo sopralluogo dell’amministrazione nell’area. Poco, troppo poco. Soprattutto in virtù delle tante opere annunciate. E qui le cose sono due: o tra qualche anno vedremo una città completamente stravolta e migliorata, ricca di nuove opere pubbliche, oppure ci renderemo conto che anche intercettare tanti fondi serve a poco, se non si riesce poi a spenderli.