Terremoto Ascoli Piceno, sospesa la raccolta delle macerie

L’ultimo decreto non ha prorogato i centri di deposito, alla Cosmari ferie forzate per i dipendenti. Arquata: "Scendiamo in piazza"

Capodacqua è uno dei luoghi simbolo del terremoto che ha devastato i nostri territori

Capodacqua è uno dei luoghi simbolo del terremoto che ha devastato i nostri territori

Ascoli, 11 gennaio 2020 - "Se le cose non cambieranno al più presto, siamo pronti a manifestare in piazza con tutti i consigli comunali dei territori maggiormente devastati dal sisma". Il sindaco di Arquata Aleandro Petrucci torna ad alzare la voce, visto che da dieci giorni la ‘Cosmari Srl’ ha sospeso la raccolta delle macerie. E ha anche ‘messo in ferie’ i dipendenti (oltre una trentina) impegnati in questa operazione.

Uno stop forzato, dovuto al fatto che nell’ultimo decreto sul sisma non è stata prevista una proroga per l’attività dei centri di deposito temporaneo, tra i quali figurano proprio quelli di Monteprandone e Arquata. Questa assenza si è intrecciata con la scadenza della concessione regionale (lo scorso 31 dicembre): sebbene la Regione abbia posto in essere tutte le procedure inerenti alle novità contenute nel nuovo provvedimento, non può certo rinnovare la concessione senza che vi siano siti dove depositare le macerie.

Ad oggi, solo ad Arquata capoluogo, ci sono ancora circa 100mila tonnellate di macerie ancora da portar via. Una quantità che il Cosmari potrebbe raccogliere entro l’anno, questo almeno è l’obiettivo, già annunciato nei mesi scorsi. Se, però, ci sono intoppi, i tempi potrebbero allungarsi.

Della questione, ovviamente, è stato informato il commissario straordinario Piero Farabollini (il cui mandato è scaduto a fine anno), che ha subito interessato il governo. Anche la Regione sta sollecitando un intervento immediato per sbloccare la situazione. Ad oggi, però, nulla è accaduto. Per il Cosmari le cose si potrebbero complicare, tenuto conto che la sospensione della raccolta ha comportato il fermo di mezzi a noleggio e altro, con un sicuro aggravio dei costi.

"Farabollini non mi risponde, ma continuo a chiamarlo – prosegue Petrucci –. Anzi, ho sentito in giro alcune voci in base alle quali addirittura ci sarà un nuovo commissario e si tratterebbe di una barzelletta, visto che in tre anni e mezzo si sono susseguiti già tre commissari. E’ assurdo che i lavori per la rimozione delle macerie si fermino così frequentemente e se l’intervento non riprenderà nel giro di qualche giorno, promuoveremo una mega protesta collettiva. Intanto, il 15 gennaio ci sarà una riunione con i vertici dell’Anci, nel corso della quale ci faremo sentire".

Una soluzione dovrà essere trovata quanto prima, dunque, tenuto conto del fatto che il completamento dello sgombero delle macerie è un importante passo avanti per accelerare il processo di ricostruzione. Un processo che, di fatto, non è ancora cominciato e ormai i cittadini cominciano davvero ad essere stanchi di una situazione post sisma che sta letteralmente sfiorando il ridicolo.