REDAZIONE ASCOLI

Truffa, falso, riciclaggio. Due ascolani in carcere

Si tratta di Alessandro Pettine, 48 anni avvocato e Fabio Carpani, di 61 anni. Indagati a piede libero diversi imprenditori, disposte le perquisizioni.

I militari al lavoro

I militari al lavoro

Truffa, riciclaggio, autoriciclaggio, falso materiale aggravato. Queste le accuse contestate dalla Procura di Ascoli a vario titolo a sei persone, due delle quali ieri sono state rinchiuse nel carcere di Marino per ordine del giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti, su richiesta della magistratura. In carcere sono finiti due ascolani, Alessandro Pettine, 48 anni avvocato (attualmente sospeso dall’Ordine) e Fabio Carpani, di 61 anni. Sono indagati invece a piede libero L. I. 72 anni di Alba Adriatica, M.Q. 60 anni di Porto Sant’Elpidio, M.M. 53 anni di Sant’Egidio alla Vibrata e D.P. 33 anni di Offida. A parte Pettine, gli altri svolgono attività imprenditoriali. Sette i casi di truffa contestati corrispondenti alle somme versate per complessivi 200mila euro. Le truffe ai danni dei clienti venivano realizzate dal difensore attraverso la formazione di falsi accordi transattivi fatti sottoscrivere dai propri clienti nell’ambito di procedimenti civili relativi a recupero crediti, pignoramenti immobiliari, procedure rilascio immobile, in tali accordi -in realtà non sottoscritti dalla controparte del procedimento civile, non inseriti agli atti del procedimento e non conosciuti dal Giudice- si prevedeva il versamento a favore di società costituite allo scopo da soggetti ulteriori (anch’essi sottoposti ad indagine per concorso nelle truffe pluriaggravate e nei successivi autoriciclaggi e riciclaggi del profitto delle truffe) di somme anche ingenti. Tali società avevano nome quasi identico alle società realmente creditrici e controparti nel procedimento civile (cambiando a volte solo piccoli particolari); a tali falsi atti di transazione si affiancavano falsi provvedimenti emessi da giudici del Tribunale di Teramo, Ascoli e Fermo (che ratificavano i falsi accordi transattivi e che disponevano il versamento delle somme su specifici Iban di società costituite allo scopo). Sono stati falsificati atti e provvedimenti giudiziari (tra cui procedure di liquidazione in realtà inesistenti e falsi provvedimenti giudiziari che autorizzavano compravendite in tale ambito, di apertura e chiusura della liquidazione, di nomina dell’avvocato commissario liquidatore, di autorizzazione allo stesso a concludere operazioni di compravendita stabilendo il versamento di somme di denaro direttamente sul c/c del commissario liquidatore). Sarebbero stati anche falsificati altri provvedimenti giudiziari per rassicurare i propri clienti sull’andamento delle procedure e formate false ricevute di versamento di contributi e diritti di cancelleria per attività difensiva e facendosi corrispondere l’importo falsamente versato.

A carico di Alessandro Pettine e Fabio Carpani il giudiceha ravvisato gravi indizi di colpevolezza, per le risultanze dall’attività di indagine della Guardia di Finanza di San Benedetto e della polizia giudiziaria, dalle querele delle persone offese, dalla documentazione bancaria. Il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove è alla base dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi. La giudice Giusti parla di "spregiudicatezza" nella condotta di Pettine che "non si è fatto scrupolo, per rendersi credibile e carpire denaro ai sui clienti, di predisporre falsi provvedimenti giudiziari, macchiando la propria toga con le menzogne raccontate a loro, infrangendo con assoluta naturalezza, il giuramento di esercitare la professione di avvocato ‘ai fini della giustizia e a tutela dei propri assistiti’" come recita la formula. Su richiesta della Procura, il magistrato ha disposto la detenzione carceraria per Fabio Carpani che si sarebbe prestato a costituire società "specchio" con sedi in Ascoli, al fine della consumazione di alcune delle truffe contestate. Carpani risulta socio e amministratore unico di diverse imprese, il che rende possibile per il giudice anche il pericolo di inquinamento delle prove. Pettine e Carpani sono finiti in carcere per 30 giorni. Entrambi saranno sottoposti lunedì all’interrogatorio di garanzia davanti al giudice Giusti.

Peppe Ercoli