GIUSEPPE DI MARCO
Cronaca

Ultimi giorni per ’Bestiario prossimo’, la mostra sull’uomo e altri animali

Cesare D’Antonio e la sua mostra ’Bestiario prossimo’ si soffermano sull’affascinante esplorazione del legame tra l’umanità e il regno animale....

Cesare D’Antonio e la sua mostra ’Bestiario prossimo’ si soffermano sull’affascinante esplorazione del legame tra l’umanità e il regno animale....

Cesare D’Antonio e la sua mostra ’Bestiario prossimo’ si soffermano sull’affascinante esplorazione del legame tra l’umanità e il regno animale....

Cesare D’Antonio e la sua mostra ’Bestiario prossimo’ si soffermano sull’affascinante esplorazione del legame tra l’umanità e il regno animale. Attraverso le svariate tecniche artistiche che gli sono congeniali, ma con rinnovati ironia critica, sguardo prismatico, passione ambientale e leggerezza, l’autore rappresenta un mondo visionario – tra il reale e il fantastico – di animali allegoricamente modificati o troppo umanizzati.

"Contrariamente ai bestiari medioevali – scrive Giorgio Camaioni – che raccontavano gli avventurosi incanti di quando uomini e animali convivevano democraticamente, D’Antonio agli animali già stravolti dai troppi nostri agenti inquinanti trasforma pure il nome (conservandoceli però bizzarri e simpatici)".

"Quelli rimasti all’apparenza uguali, come per esempio i pinguini del Capo, li mette in fila come soldatini dietro al loro vanitoso comandante dal rosso e caldo piumino di marca; poi tra quelli atavicamente gregari, le pecore in gregge, voilà l’unica pecora-nera, la bastian contraria: a somiglianza del solitario e raro umano che coraggioso e ’mai sotto dettatura’ si ribella al tran tran del branco. Certo, difficile che l’uomo ce la faccia… ma anche la pecora. Mostra affascinante, urgente e profondamente didattica, come le indimenticabili di Gianluigi Capriotti, anche quelle con gli animali protagonisti". Quindi, da Camaioini, un po’ di polemica: "E’ con mostre come questa, che la Palazzina Azzurra si fa quasi perdonare certi imbarazzanti eventi tipo la recente ’Prospettiva Van Orton’, che ce la sequestrò - per 7 mesi, quasi 3 stagioni, e a pagamento. Ma quanta fatica andarci, nella Palazzina sprofondata nel buio cosmico, isolata dalle invalicabili labirintiche barriere dei lavori sul lungomare".