Veterinario diffamato, condannati in tre

Coinvolta anche un’ascolana: il dottore fu al centro di un’inchiesta a Brescia, nata dai fatti di Green Hill, per cui fu condannato

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E’ terminato con tre condanne lievi il processo a carico di altrettante persone accusate di aver diffamato un veterinario di Pescara per una vicenda legata agli animali. Il giudice del tribunale di Ascoli Tiziana D’Ecclesia le ha condannate ad un’ammenda di 600 euro e a rifondere la parte lesa di 1.800 euro complessivi. Il veterinario parte civile è il dottor Renzo Graziosi, 46enne di Pescara che fu al centro di un’inchiesta a Brescia per cui fu condannato. Una vicenda che nasce dai fatti accaduti intorno all’anno 2010 all’allevamento Green Hill 2001 (foto). Il veterinario fu anche sospeso dall’albo dei veterinari per sei mesi. Terminata la pena è tornato ad esercitare e un sito animalista di Brescia pubblicò la notizia che venne condivisa da un’ascolana sulla sua pagina Facebook con un commento ulteriore, che è stato ritenuto diffamatorio sia dal dottor Graziosi, sia dal sostituto procuratore di Ascoli Mara Flaiani al pari di altri commenti apposti in calce da altre cinque persone. "Vogliamo farvi vedere il volto di Renzo Graziosi, il veterinario alle dipendenze di Green Hill condannato a soli sei mesi di sospensione dall’esercizio della professione – scrisse la donna pubblicando la foto del medico e aggiungendo che "è responsabile e artefice dell’uccisione di 6.023 cani "difettosi", uccisi fra il 2008 e il 2012: non è stato radiato".

Graziosi era stato condannato dal tribunale di Brescia nell’ambito del processo Green Hill, l’allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione scientifica, chiuso a Montichiari nel 2012. In tre furono condannati per maltrattamento e uccisione di animali. Nella vicenda legata alla diffamazione erano coinvolte altre persone che hanno però in precedenza raggiunto un accordo bonario col veterinario che le aveva denunciate. L’ascolana fu tra quelli che prese un cucciolo e seguì molto da vicino le vicende riguardanti Green Hill. Annuncia ricorso in appello l’avvocato difensore Fabio Luzi. "La mia assistita ha esercitato un diritto di critica anche se rivolgendo un epiteto. Naturalmente la condivisione nella sua pagina Facebook fu tolta subito proprio per quell’espressione irriguardosa. Il suo sdegno – prosegue il penalista – era ovviamente rivolto all’attività del veterinario in quella vicenda e non alla sua persona; non lo conosceva, non sapeva che era di Pescara, non sapeva nulla di lui". Peppe Ercoli