Viaggio a Ripatransone nell’arte di Mario Vespasiani

Non solo pittura ma anche fotografia, istallazioni e scrittura ispirati dalla musa Mara

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A Ripatransone, patria di personaggi storici, come il poeta risorgimentale Luigi Mercantini, di cui ricorre il duecentesimo anniversario della nascita, il basso Luciano Neroni, il filosofo Giovanni da Ripa, il pittore, scultore e scrittore Ascanio Condivi, è nato e lavora un altro figlio d’arte, Mario Vespasiani. Un artista che non si occupa soltanto della pittura, ma esperimenta anche diverse forme come la fotografia, la performance, l’istallazione e la scrittura. Un giovane artista di appena 44 anni che per i suoi principali lavori si ispira alla musa Mara, la sua compagna, la sua luce.

Dall’ingresso nello studio, sul corso Vittorio Emanuele fino alla finestra che si affaccia sull’infinito, dalla valle, ai monti, al mare, tutto sembra essere un ordinato e ospitale piccolo teatro, dove Mario Vespasiani accoglie visitatori, amanti d’arte e semplici curiosi. "Il mio rapporto rispetto all’arte contemporanea non è tanto descrivere fenomeni che in realtà si verificano, ma far partecipare l’animo umano alla creazione dell’universo. Per me il rapporto che c’è tra l’arte e lo spirito cerca di prendere forma nel dipinto che non è mai la descrizione di un evento già visto, ma viene interpretato attraverso la mia caratteristica fondamentale, che è l’uso dei colori. Il colore, essendo energia, riesce più della forma a dare non solo uno stato d’animo, ma una vibrazione che permette alla persona di immedesimarsi nel quadro come se fosse uno spettacolo della natura".

Quando gli chiediamo quali sono le sue aspirazioni, risponde: "Le aspirazioni nascono da ambizioni che sono in divenire. Il mio obiettivo è di essere qualcuno che lascia un segno luminoso al suo passaggio: la bellezza della vita sta nell’aggiungere qualcosa alla creazione". Gli chiediamo di descriversi in tre parole: "Curioso, dinamico e felice".

Marcello Iezzi