LUCIA GENTILI
Cultura e spettacoli

Un vino marchigiano fra i migliori d’Italia secondo la guida Bibenda 2025

Premiato il vino Kurni annata 2022, dell’azienda Oasi degli Angeli sulla Riviera delle Palme: Montepulciano in purezza, è l’ideale per le grandi occasioni

La cantina si trova a Cupra Marittima, paese di mare, sulla ridente Riviera delle Palme (foto d'archivio)

La cantina si trova a Cupra Marittima, paese di mare, sulla ridente Riviera delle Palme (foto d'archivio)

Ascoli, 24 ottobre 2024 – Ha brillato ancora una volta. Tra i dieci migliori vini d’Italia secondo la guida Bibenda 2025 c’è il Kurni 2022, da uve Montepulciano, creato da Marco Casolanetti, “autore di vini carismatici”. L’unico vino per le Marche. Targato azienda Oasi degli Angeli. La redazione di Bibenda, in chiusura della guida della Federazione italiana sommelier (Fis), ha scelto i campioni dei campioni: dieci vini, tra tutti quelli degustati, e poi premiati con i 5 Grappoli per rappresentare la migliore qualità.

L’azienda vitivinicola Oasi degli Angeli si è distinta con il suo fiore all’occhiello, il Marche IGT “Kurni”. Pluripremiato e osannato dalla critica, vincitore di illustri riconoscimenti questo Montepulciano in purezza è il vino delle grandi occasioni. La cantina si trova nel sud della regione, in provincia di Ascoli Piceno, a Cupra Marittima, paese di mare, sulla ridente Riviera delle Palme.

I protagonisti

Eleonora Rossi e il marito Marco Casolanetti sono la giovane coppia di viticoltori che ha dato vita a questa cantina, nel cuore del vitigno Montepulciano a Cupra Marittima, in provincia di Ascoli Piceno. Una scelta dettata dall’amore per il vino e per questo lavoro. Il Kurni è il vino simbolo di questa cantina: oltre ad essere stato riconosciuto negli anni da numerosi premi, ha fatto la storia di Oasi degli Angeli. Un Montepulciano che regala ai fortunati assaggiatori sensazioni uniche. Il suo nome deriva dal soprannome della famiglia di Eleonora, i Curnì (cornioli). Una pianta resistente e tenace così come sono tenaci gli agricoltori che coltivano con dedizione e passione questi terreni sabbiosi e poveri. Il corniolo è infatti un piccolo arbusto presente nel territorio marchigiano che produce colorate bacche rosse. Un vino che profuma di omaggio al territorio in cui nasce.

La storia

Nel 1995 Eleonora e Marco cominciano a lavorare i vigneti dei genitori di lei, piccoli proprietari della zona soprannominati appunto Kurni e aprono una locanda. La prima annata di uscita sul mercato del Kurni è il 1997, solo poco più di 3000 bottiglie, che tuttavia rappresentano un vero terremoto nel mondo del vino. Il Kurni è un Montepulciano, uva tradizionale di questa zona, ma che invece di essere prodotta con una resa di 200/250 quintali per ettaro scende a 18/20. Rese bassissime e totale sostenibilità ambientale sono la ricetta per una coppia di vini, Kurni e Kupra, territoriali ma al tempo stesso originali. Nel massimo rispetto di ambiente, natura, ecosistema e biodiversità, l’azienda rifugge dai prodotti di sintesi ma anche da rame e zolfo, per adottare preparati a base di propoli, di bicarbonato, di derivati del latte, di alghe e di potassio per la vigna.

I due vini

Kurni, da uve montepulciano, ricco e potente, un vino inconfondibile. Il nome viene da un soprannome della famiglia di Eleonora, i Curnì, i cornioli. Pianta elastica e resistente, come i contadini testardi che coltivavano questi terreni poveri e sabbiosi. Un vino che è stato capace di ottenere i massimi riconoscimenti dalle guide dall’anno della sua prima produzione, nel 1997; un vino dalla forte personalità, frutto di selezioni esasperate e capace nel tempo di tradurre in termini di sapidità la dolcezza dei primi anni in bottiglia, nonché offrire una ricchezza di dettagli stupefacente. Il Kupra, prodotto in piccole quantità. Da un vitigno portato in zona dai pastori sardi. Lo chiamavano Burdu, bastardo, ed è stato ingentilito dai contadini locali.