Amanda, clamore inevitabile

La lettera. Risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 10 maggio 2019 - Invitata dalla Camera penale di Modena, e dopo aver denunciato l’Italia alla Corte di Giustizia di Bruxelles, Amanda Knox torna per parlare di come funziona il nostro sistema giudiziario. Ne abbiamo tante di persone danneggiate dalla Giustizia senza scomodare lei. Se quel delitto fosse stato commesso nel suo Paese, forse sarebbero state eseguite condanne capitali senza errori giudiziari e clamore mediatico. 

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risponde il condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni

La storia di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel 2007, ha avuto un’ eco mediatica di grande rilievo. E non è colpa dei giornali e delle televisioni se l’opinione pubblica si è appassionata a questa vicenda che contiene svariate implicazioni di costume e di mistero nella sua dinamica. Come tante altre grandi storie di cronaca nera ha avuto risalto. I media e la stessa opinione pubblica, infatti, si sono divisi fra innocentisti e colpevolisti. Normale, in casi come questi. Amanda Knox e l’allora suo fidanzato Raffaele Sollecito sono stati assolti dopo una tormentata vicenda giudiziaria e si sono fatti diversi anni di carcere. Per loro due un incubo. Ma non si può dimenticare la tragedia vera: quella di Meredith che è la vittima. La Camera penale di Modena ha il diritto di fare gli inviti che crede ma non ci si può stupire del clamore mediatico se si parla del caso di Perugia. Impossibile il contrario. Amanda ha tutto il diritto di tornare in Italia e di parlare. Ma se avesse scelto il silenzio forse sarebbe stato più opportuno. Se si espone di nuovo è inevitabile che si riaccendano le luci della ribalta.

beppe.boni@ilcarlino.net

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