Conservatorio di Bologna, una cattedra per l'Ocarina di Budrio

Lo strumento tipico di terracotta conquista una vetrina nel tempio dell’eccellenza musicale

Il Gruppo Ocarinistico Budriese, che tramanda e diffonde la tradizione del tipico e originale strumento musicale

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Budrio (Bologna), 9 febbraio 2023 – L’ocarina di Budrio fa il suo ingresso al Conservatorio G. B. Martini di Bologna. È arrivato il momento tanto atteso: dopo anni di lavoro, è stata istituita la cattedra di ocarina al Conservatorio. Un risultato importantissimo per la valorizzazione di uno strumento che fa conoscere Budrio e Bologna in tutto il mondo.

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Ocarina di Budrio, come è fatta

L’ocarina di Budrio è uno strumento musicale popolare a fiato, appartenente alla famiglia dei flauti, ed è appunto un flauto globulare di terracotta a forma ovoidale allungata, proprio come una piccola oca senza testa, con un’imboccatura a lato, e nel corpo praticati vari fori che, scoperti gradualmente mentre contemporaneamente si soffia nell’imboccatura, danno l’estensione fino all’undicesima.

Oltre alla diatonica è possibile, mediante una digitazione composta, eseguire anche la scala cromatica. Il timbro varia con la dimensione, da molto squillante e penetrante nella più piccola, a più scuro e rotondo nella più grande. Il primo costruttore di ocarine fu lo stesso inventore Giuseppe Donati, che si formò un apposito laboratorio, prima a Budrio, poi a Bologna, infine a Milano.

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La storia

Nel 1870 cominciarono a fabbricare ocarine a Parigi due budriesi, già membri del complesso ocarinistico locale, Ercole e Alberto Mezzetti, che poi si separarono, e Alberto aprì un proprio laboratorio a Londra. Nel 1878 a Budrio, quando Giuseppe Donati era già emigrato a Bologna, cominciò Cesare Vicinelli a fabbricare ocarine nel luogo detto Fornace Silvani. Figlio di un fornaciaio e anche lui fornaciaio esperto, inoltre buon conoscitore della musica e suonatore, oltre che dell’ocarina, della chitarra, del trombone e del bombardino, fece ocarine che incontrarono subito molto favore; ideò pure degli appositi stampi e riuscì a produrre ocarine in quantità molto superiore a quella prodotta da Donati. Cesare Vicinelli, quando muore, nel marzo del 1920, lascia il suo laboratorio e la sua casa, con tutto l’arredamento e tutti gli attrezzi, a Guido Chiesa.

La sindaca Badiali: “Lunga tradizione legata all’artigianato”

“Se penso all’ocarina – commenta Debora Badiali, sindaco di Budrio – penso alla lunga tradizione legata all’artigianato, alla sua storia e ai suoi costruttori, ma non solo: ci sono la creatività, l’ingegno e la passione e le capacità dei musicisti che in questi anni hanno portato in giro per il mondo Budrio e il nostro flauto di terracotta. Penso al Gruppo Ocarinistico Budriese. E guardo anche ai percorsi che come Comune di Budrio sosteniamo anche economicamente, come la Scuola Comunale di Ocarina V. Grimaldi curata dall’Associazione Diapason, che consente di far conoscere e studiare l’ocarina ai nostri bambini".

“La cattedra di ocarina in Conservatorio è un’occasione unica per valorizzare questo straordinario strumento e per cercare di farlo conoscere a tutti, anche ai più scettici", commenta con emozione Emiliano Bernagozzi, docente del corso.

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