CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Accoltellò una clochard. Assolto, non è imputabile

Il gup riconosce però la pericolosità sociale del 33enne che aggredì la donna. Trasferito dal carcere a una comunità riabilitativa psichiatrica, ci rimarrà 4 anni.

Accoltellò una clochard. Assolto, non è imputabile

Accoltellò una clochard. Assolto, non è imputabile

Assolto perché incapace di intendere e di volere al momento dei fatti. È quanto deciso dal gup Roberta Malavasi per il trentatreenne moldavo che nel novembre scorso, in via Boldrini, aveva accoltellato una clochard marocchina di 52 anni. È stata però riconosciuta la pericolosità sociale dell’imputato – per lui l’accusa era di tentato omicidio – e applicata una misura di sicurezza della durata di quattro anni. Il trentatreenne è stato intanto trasferito dal carcere della Dozza a una Crap (Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica) in provincia di Foggia, in attesa di essere successivamente spostato in una Rems. Nelle precedenti udienze, la Procura (titolare del fascicolo è il pm Bruno Fedele) aveva chiesto e ottenuto una perizia psichiatrica in incidente probatorio per sciogliere il nodo su un possibile vizio di mente. Gli esiti dell’esame, svolto dal dottor Sergio Isacco, avevano riscontrato nell’aggressore "una totale incapacità di intendere e volere" al momento dei fatti.

La vittima, difesa dall’avvocato Cosimo Rina, era stata accoltellata mentre dormiva nel suo giaciglio di fortuna, sotto ai portici di via Boldrini. Numerosi fendenti l’avevano colpita alla testa, al collo e sulle braccia, sfigurandola. "Mi ero addormentata da poco – aveva raccontato ai militari dell’Arma nei giorni successivi all’aggressione – quando sono stata svegliata dalle coltellate, in testa e in faccia. Ero sotto le coperte e avevo solo il volto scoperto. Ho urlato, per il dolore e lo choc. L’ho pregato di smettere, ma lui si è avventato ancora contro di me, cercando di colpirmi al collo. Ho sollevato le braccia per difendermi, evitando così che mi tagliasse la gola". Il suo aguzzino venne arrestato la notte stessa dell’aggressione dai carabinieri del Radiomobile che lo ritracciarono nella vicina via Amendola e dal quel momento era detenuto nel carcere della Dozza.

"Sono contento – così l’avvocato Rina – e mi ritengo comunque soddisfatto perché adesso è in un luogo controllato e non potrà far male ad altre persone. La mia assistita è stata colpita mentre dormiva per poi essere sfigurata".