
L’annuncio commosso di Marco Rondelli: "In questi 35 anni è cambiato tutto. Faremo una grande festa per ricordare la nostra storia e l’amico Renzo Cerè".
"Tutte le cose, anche le più belle, nascono e finiscono. E noi siamo arrivati alla fine". Con queste parole Marco Rondelli, fondatore assieme al compianto amico Renzo Cerè, scrive i titoli di coda di una storia "splendida, prim’ancora che lunghissima", quella della società Asd Club Calcio a 5 Castel San Pietro Terme, nata 35 anni fa, a inizio anni ‘90.
Non è semplice, lo si legge chiaro più che nelle parole nel volto di Marco Rondelli, dire addio, ma chiara si legge anche l’inevitabilità di una scelta che, ammette, "non solo è stata ponderata, ma è arrivata anche in ritardo rispetto a quando sarebbe dovuta arrivare". Quando ci sono di mezzo questioni di cuore, d’altronde, finisce spesso così, "si prova ad andare avanti anche quando la ragione ti direbbe di fermarti. Gli ultimi due anni sono stati durissimi, ma abbiamo voluto tirare avanti fino a quest’anno, fino alla scadenza della gestione dell’impianto di Casatorre, che a fine luglio riconsegneremo al Comune", dice con a fianco Michele Malossi, che come Rondelli dell’Asd Calcio a 5 ha fatto, lo ammette, "una ragione di vita, molto più di una semplice passione. Sono cresciuto umanamente e sportivamente in questa società, mi alzavo la mattina e in mente avevo solo di venire al campo e al chiosco".
Il campo, a proposito. L’infinita attesa mai premiata di un nuovo impianto promesso dal Comune e mai realizzato, giura Rondelli gettando acqua sul fuoco della polemica, "non c’entra. Certo, fosse stato realizzato il campo sarebbe stato un gran bel rilancio per il movimento del calcio a 5 della nostra città, ma non sono queste le ragioni della chiusura". Sono, piuttosto, i tempi odierni così distanti da quelli di un paio di decenni fa. "E’ cambiato tutto. Sono cambiati gli atleti, è cambiata radicalmente l’educazione sportiva, sono smodatamente cresciute le responsabilità amministrative nel gestire una società. Eravamo partiti e siamo stati per anni soprattutto una squadra di amici, di castellani, con uno spirito d’identità fortissimo. Ora una realtà com’era la nostra è anacronistica, non più ripetibile".
I ricordi di 35 anni di storia, indelebili, sono tantissimi, e Rondelli e Malossi li snocciolano uno dietro l’altro. Su tutti, "la promozione in un campionato nazionale, quello di B, impensabile per una squadra fatta praticamente da soli castellani e qualche ragazzo del circondario", ma anche "il Torneo Cicceria, che d’estate portava migliaia di persone a Casatorre, attorno al campo e al chiosco che abbiamo realizzato nel nuovo millennio, sempre pieno, un punto di ritrovo e riferimento anche extra-calcistico per la città". E ancora l’orgoglio per essere riusciti a formare una squadra femminile. Ora resta, appunto, un cassetto zeppo di ricordi. E un (altro) appuntamento con la storia che non si vuole mancare: "Vogliamo fare nei prossimi mesi, magari a settembre, una grande festa. Ricordare il nostro amico Cerè, riunirci con tutti gli ex atleti, pensare e rivivere tutto quello che siamo stati. Perché una storia può anche finire, ma quello che è stato fatto, quel che è abbiamo vissuto, resta".
Claudio Bolognesi