Adinolfi e il libro sull’aborto "Non verrò, brutto clima"

Salta la presentazione con il leader del Popolo della famiglia al Baraccano "Si tappa la bocca a uno scrittore minacciandolo. Bravo Lepore, hai vinto".

Adinolfi e il libro sull’aborto  "Non verrò, brutto clima"

Adinolfi e il libro sull’aborto "Non verrò, brutto clima"

Mario Adinolfi, leader del Popolo della famiglia, oggi non sarà al Baraccano. Ha rinunciato alla presentazione del suo libro Contro l’aborto-con le 17 regole per essere felici. "Ho chiesto di cancellare l’appuntamento – scrive in un lungo post su Facebook –, perché devo tutelare l’incolumità di chi viene ad ascoltarmi".

Adinolfi ricorda le contestazioni che lo hanno accompagnato in ogni città dove ha presentato il libro. A Venezia, racconta, "ci sono voluti 70 agenti in tenuta antisommossa per tenere a bada anarchici e centri sociali". Anche a Bologna il il movimento femminista ’Non una di meno’ aveva annunciato un presidio davanti al Baraccano sostenendo che "Adinolfi è un soggetto che da sempre si scaglia contro la possibilità delle persone di autodeterminarsi e noi gli daremo il ’non benvenuto’ in via Santo Stefano".

Così, "dopo le parole irresponsabili di esponenti del Pd e dello stesso sindaco Matteo Lepore, riprese dai media, mi è stato fatto capire che andare a Bologna avrebbe esposto non tanto me, quanto le famiglie che sarebbero venute a seguire la presentazione, a un oggettivo rischio di subire violenza fisica". Adinolfi rivolge quindi un ironico "congratulazioni al sindaco Lepore, alla segretaria del Pd (Federica Mazzoni, ndr), al deputato Pd (Andrea De Maria, ndr) e a chi ha dichiarato in queste ore che avrebbe organizzato il caos affinché fosse chiaro il ‘non benvenuto’ a Bologna". A pochi giorni dal 25 aprile, festa della Liberazione, "si tappa la bocca a uno scrittore minacciandolo. Bravo sindaco Lepore, usando anarchici e parole gravi hai vinto, lo scrittore sgradito a Bologna non verrà".

Adinolfi, però, non risparmia al sindaco una stoccata. "Quando tra qualche giorno farete la predica per il 25 aprile – avverte –, guardatevi allo specchio per l’ipocrisia che incarnate e ricordatevi che i veri fascisti siete voi, non chi voleva venire a Bologna a parlare di difesa della vita, della maternità, dell’essere umano più indifeso che è il bambino nascituro". Mercoledì – dopo il muro eretto da Pd e Coalizione civica e l’annuncio del presidio – Fabio Brinati, consigliere cumunale di Fratelli d’Italia, aveva affermato in una nota: "La reazione intransigente di certi partiti nel voler negare la possibilità di presentare ed esprimere idee diverse dalle loro non è altro che l’ennesima dimostrazione di mancata democrazia di una sinistra in fondo poco o per niente democratica e rispettosa di posizioni diverse dalle proprie".

Questo, commentava Brinati, "dovrebbe mettere in allarme e lasciare sgomenti. Non le idee diverse che dovrebbero essere sempre rispettate, come spesso loro vogliono insegnarci". Per Brinati, "l’indignazione alla coincidenza sulla giornata che ricorda la Liberazione dal nazifascismo di Bologna quindi la rimandiamo al mittente perché ridicola e non credibile".

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