Al Comunale la strana coppia Purcell-Weill

Da domani il dittico con ’Didone ed Enea’ e ’I sette peccati capitali dei piccoli borghesi’: la sfida al Nouveau del regista Abbado

Al Comunale la  strana coppia Purcell-Weill

Al Comunale la strana coppia Purcell-Weill

Doppio spettacolo per la prossima produzione operistica al Comunale Nouveau (da domani al 21 marzo), in un’accoppiata di partiture che più lontane fra loro non potrebbero essere, affidate però ai medesimi artisti. È questa la sfida lanciata al regista Daniele Abbado e al direttore d’orchestra Marco Angius per la messa in scena di un capolavoro atipico del Seicento inglese, Didone ed Enea di Henry Purcell su testo di Nahum Tate, e un ibrido fra opera e balletto del Novecento tedesco, I sette peccati capitali dei piccoli borghesi di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht. Si tratta in realtà di un progetto già pensato per il palcoscenico storico del Teatro Comunale e bloccato nel 2021 dalla pandemia, "con grandi necessità di adattamento oggi al nuovo palcoscenico per quanto riguarda Purcell – dice Abbado – mentre la mia visione di Weill non poteva trovare destinazione migliore. A partire da una base strutturale comune, il risultato dei due spettacoli è diversissimo, ma con sottili elementi di collegamento. La forte presenza di balletti, ad esempio, sullo sfondo di due luoghi visionari: la Cartagine mitologica di Virgilio e l’ambiente americano immaginato dagli ebrei Brecht e Weill in fuga dal nazismo. Altri elementi appena abbozzati nelle drammaturgie originarie ci consentono poi interessanti collegamenti con l’attualità: le streghe che insidiano Didone si comportano con la stessa violenza dei moderni haters, e pure l’odio originato dalle guerre è cosa attualissima, così come la mercificazione del corpo nel ribaltamento di quelli che erano considerati i classici vizi capitali dell’umanità. Non ho inteso rifare il teatro politico degli anni ’70; ci siamo al contrario lasciati trascinare dal divertimento sadico e cattivo sotteso al testo di Brecht e Weill".

"Il collegamento con la contemporaneità – precisa Angius – sarà tangibile anche sul piano sonoro. Partendo dalla circostanza che la partitura di Didone ed Enea pervenutaci è apocrifa e incompleta rispetto al testo verbale conosciuto, ho proposto ad Abbado di evitare – come spesso si fa – l’integrazione attraverso altre musiche di Purcell: fu lo stesso Britten ad ammettere che, fino al ritrovamento dell’originale, ogni tipo di ricostruzione è lecita. Per la mia restituzione sonora ho pertanto deciso di evitare un restauro conservativo, innestando in tre momenti chiave i Cori di Didone scritti da Luigi Nono su testi di Ungaretti (1958), e inserendo Okanagon di Giacinto Scelsi (1968) come preludio alla scena della maga. Sarà all’inizio una vera sorpresa per il pubblico che si attende le sonorità barocche di Purcell (o chiunque sia stato l’autore delle musiche), mentre nulla è stato toccato della strumentazione scarnissima che per Didone ed Enea ci è pervenuta attraverso fonti comunque più tarde di un secolo". Nel cast vocale si segnalano Danielle de Niese (Didone), Francesco Salvadori (Enea), Mariam Battistelli (Belinda) e Bruno Taddia a interpretare la maga con voce maschile.

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