Baby gang a Bologna, allarme in Via Arno: "Girano a 11 anni con il coltello"

La segnalazione dei residenti della zona: "Sono ragazzi da recuperare prima che diventino delinquenti veri"

I giovani bulli si ritrovano fuori dal Carrefour e nel giardinetto limitrofo

I giovani bulli si ritrovano fuori dal Carrefour e nel giardinetto limitrofo

Bologna, 16 settembre 2023 – Quello che ragazzini e genitori identificano come il ‘capetto’ della banda ha 14 anni. I suoi ‘fedelissimi’ hanno dagli undici ai tredici anni. Si muovono in gruppo, tra via Arno, via Faenza e il giardino Europa Unita. Urlano, imprecano, vandalizzano le auto, le aiuole e tutto quello che capita loro a tiro. Si spostano in sella a Mobike forzate. E minacciano gli altri ragazzini, anche a scopo di rapina. Anche con dei coltelli, pure a 11 anni.

Che non sia normale la condotta di questo gruppetto, composto da una quindicina di adolescenti, che ogni pomeriggio si ritrova nella zona, sotto al portico nei pressi del Carrefour, molestando giovani, anziani, uomini e donne, nel quartiere lo raccontano tutti. Lo vedono, lo sanno e lo hanno anche fatto presente, come racconta Roberto, che ha un negozio in zona, e che ne ha parlato "con il sindaco, con i rappresentanti del Quartiere, con la polizia locale. Risultato? Nulla è stato fatto".

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Eppure, il limite che separa esuberanza adolescenziale da bullismo e baby delinquenza pare essere già stato superato: ad esempio, lo scorso mercoledì, quando un bambino di 11 anni, assieme a tre amichetti coetanei, è stato rapinato da tre di questi ragazzini. Per cosa? Un bottino misero, neppure 3 euro. Quello che può portare un bambino con sé. Ma il danno è ben più grande del guadagno: perché la gravità sta nella condotta di questi ragazzini, che giustificati dall’età pongono in essere azioni che non si possono più considerare semplice prepotenze, ma sfociano in reati. Non un fatto isolato, perché i genitori raccontano almeno di un’altra rapina, sempre a un undicenne, nelle ultime settimane. Ma i bulli vanno avanti. Con la consapevolezza dell’impunità di cui godono dovuta alla loro giovanissima età. "Urlano dietro alle signore delle cose irripetibili. Sono arroganti e dannosi. Mi verrebbe da dargli due scapaccioni, più che meritati – dice un altro cittadino –, ma mi tengo le mani. Perché poi dalla ragione passerei al torto. E i guai sarebbero solo miei".

C’è chi si chiede, come la barista Elisabetta, "dove sono le famiglie di questi ragazzini? Perché se sono così, vuol dire che qualcosa a livello educativo manca". Floriana, la titolare, racconta di quando accerchiarono, qualche tempo fa, una anziana: "La signora era sola, le si erano parati davanti in branco. Per fortuna poi era passata un’auto e questi ragazzini erano scappati via". Poi c’è stata la volta in cui hanno vandalizzato una decina di auto in via Faenza, spaccando a calci gli specchietti.

Che il rispetto non sia sentimento noto tra questi sfrontati adolescenti lo riferisce Luigi Urciuolo, responsabile del punto Carrefour di via Arno: "Vengono tutti i pomeriggi qui al supermercato, sempre in gruppo – racconta –. Fanno piccoli taccheggi, in realtà danni relativi. Ma il problema è come si comportano con la clientela, con i dipendenti. Sono un problema, che abbiamo segnalato. Ho più volte detto loro di non entrare tutti insieme. Non ascoltano nessuno". Una volta comprato - o rubato - succhi di frutta e patatine, i ragazzini si spostano nel piccolo giardinetto di fianco alla storica Cartolibreria Pina. E qui, con la musica a tutto volume sparata dalle casse bluetooth, banchettano. Lasciando sporco ovunque e facendo anche pipì contro il muro del condominio. E se qualcuno prova a riprendere certi atteggiamenti, sono guai. "Il fatto è che adesso girano anche con dei coltelli – racconta una mamma –. Si è superato il problema del banale fastidio per la maleducazione, adesso abbiamo paura per i nostri ragazzi, ma non è giusto vietare a un figlio di uscire perché ci sono questi soggetti in giro". La richiesta di residenti e negozianti è unanime: che si faccia qualcosa, il possibile, perché questi ragazzini vengano recuperati al vivere e alla convivenza civile. Prima che da bulletti di quartiere diventino delinquenti fatti e finiti.

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