Bambini 'schedati' Pianoro, Lega denuncia: "Dati sensibili abbandonati"

Il consigliere Vecchiettini trova diversi faldoni con informazioni delicate in un armadio senza chiave. Lucia Borgonzoni chiama le forze dell'ordine: il Carroccio valuta un esposto

L'accusa: informazioni sensibili sui bambini in armadio senza chiave a Pianoro

L'accusa: informazioni sensibili sui bambini in armadio senza chiave a Pianoro

Pianoro (Bologna), 16 ottobre 2019 - Centinaia di bambini 'schedati' con informazioni sensibili su situazione familiare, disagi, osservazioni sulla loro psicologia e sul comportamento. "Sono state raccolte sui minori per anni  e stipate in armadi senza chiave, potenzialmente accessibili a chiunque", è la denuncia della Lega.

Luca Vecchiettini, consigliere regionale del Carroccio, racconta di aver trovato questo materiale in una stanza messa a disposizione dei gruppi politici del Comune di Pianoro, nella frazione di Rastignano per la precisione.E in quei faldoni lui stesso si è trovato citato, con informazioni di quando era piccolo.

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La senatrice leghista Lucia Borgonzoni, candidata alla presidenza della Regione, ha già informato le forze dell'ordine.

Tra i faldoni - che recano la scritta 'progetto Patchwork' - si leggono - denuncia la Lega - "'profilazioni' di ciascun minore. Di una bimba è scritto: "Peggioramento (...) ha un po' di manie di persecuzione e parla da sola", di un altro si rivela che è in corso un "progetto su di lui a livello di servizi".  Ancora: "è diffidente, come la madre. La madre non accetta che si sporchi", oppure:  "Si sente una disgraziata ed ha molta confusione perché a casa (terreno minato) non ha molti punti fermi". 

Borgonzoni attacca: "L'Amministrazione spieghi perché informazioni sensibili su bambini e famiglie, su cui peraltro chiediamo sia fatta chiarezza, sono lasciate in armadi aperti e accessibili a chiunque. Trovo che sia una cosa inammissibile: stiamo valutando un esposto alla Procura della Repubblica e al Garante della Privacy". 

Vecchiettini spiega: "A una nostra interpellanza sul progetto Patchwork l'amministrazione rispose che si tratta di un 'progetto presente sul territorio da quasi 20 anni per attività di prevenzione del disagio psicosociale', precisando che 'il destinatario dell'intervento è sempre il gruppo classe e mai il singolo alunno/a', cosa smentita dai faldoni che abbiamo visionato, tra i quali ho trovato anche informazioni sulla mia persona e su quella dei miei familiari, scoprendo di essere stato 'schedato' da piccolo".

E rincara la dose: "Considero grave che relazioni dettagliate sui bambini siano lasciate alla mercé di chiunque. Un fatto inquietante, ancor più dopo quanto riportato dalle cronache in questi mesi sul tema degli affidi. Vista anche l'accessibilità di queste informazioni c'è da augurarsi che non siano utilizzate da qualcuno per scopi poco commendevoli. Faremo tutto ciò che è in nostro potere per ottenere chiarezza e trasparenza. Con i minori non può essere tollerata nessuna leggerezza".

 

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