Pianoro, schede sui bambini. Indaga la Procura

Centinaia di nomi e giudizi psicologici di minori dimenticati in un armadio e accessibili a tutti i consiglieri comunali. La Lega: "Faremo un esposto"

Il capogruppo leghista Luca Vecchiettini di fronte al Comune di Pianoro

Il capogruppo leghista Luca Vecchiettini di fronte al Comune di Pianoro

Pianoro (Bologna), 17 ottobre 2019 - Un armadio piano di schede sui bambini di Pianoro, popoloso comune alle porte di Bologna. Profili psicologici, giudizi lapidari sui genitori, valutazioni sui disturbi comportamentali degli alunni. Centinaia di nomi per una dozzina d’anni di appunti, dal 2004 al 2016, relativi al progetto Patchwork, un’iniziativa dell’assessorato all’Istruzione che fornisce supporto psicologico a genitori e insegnanti nella gestione della criticità educativa dall’asilo alla scuola media. "Ha un po’ manie di persecuzione e parla da sola", è scritto su una bambina. E ancora: "E’ diffidente, come la madre. La madre non accetta che si sporchi". E così via, per sette faldoni e centinaia di fogli sparsi.

L’archivio è stato scoperto e denunciato pubblicamente dal capogruppo leghista Luca Vecchiettini, che fra i tanti profili ha trovato pure il suo e quello di sua sorella. L’armadio è aperto e si trova in una sala che, da alcune settimane, è stata assegnata ai cinque gruppi consiliari per l’attività politica. «L’Amministrazione spieghi perché informazioni sensibili su bambini e famiglie, su cui peraltro chiediamo sia fatta chiarezza, sono lasciate in armadi aperti e accessibili a chiunque. Trovo che sia una cosa inammissibile: stiamo valutando, d’intesa con avvocati, un esposto alla Procura della Repubblica e al Garante della Privacy», dice la senatrice della Lega e candidata alla presidenza della Regione Lucia Borgonzoni, che ieri sera ha già presentato una denuncia all’Ispettorato di Polizia della Camera dei deputati.

Alle forze dell’ordine, ma per motivi opposti, si è già rivolta anche Franca Filippini, sindaco di Pianoro dalla scorsa primavera e in precedenza, per un decennio, assessore all’Istruzione: "Ho preso contatto con il comandante della stazione dei carabinieri – afferma –. Intanto, voglio capire se gli appunti pubblicati sui social network provengano effettivamente da quell’armadio, che è stato sigillato dalla polizia municipale in seguito alla segnalazione del consigliere Vecchiettini. Inoltre, se qualcuno ha sbagliato a lasciare lì quei documenti, chi lo ha pubblicato lo poteva fare?". La sala, destinata da un mese ai consiglieri dentro un immobile comunale, in precedenza era in uso agli operatori del servizio di supporto psicologico nelle scuole del territorio, che quest’anno ha cambiato sede. Ma nel trasloco qualcosa è rimasto evidentemente indietro. E nessuno ha pensato di chiudere a chiave l’armadio o distruggere i vecchi appunti. "Ma quella sala – ribadisce il sindaco – non l’affittiamo per compleanni o feste: le chiavi sono state date solo ai capigruppo del consiglio, da cui ci si aspetterebbe almeno un po’ di riservatezza". © RIPRODUZIONE RISERVATA

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