
Nei giorni passati via del Chiù, dove scorre il torrente Ravone, è salita alla ribalta della cronaca cittadina. La denominazione della via risale al 1935 e sostituisce la precedente di via del Ravone. La scelta deriva dalla presenza secolare di un’osteria che si chiamava "Osteria del Chiù" e che esibiva una insegna colorata (foto) raffigurante un assiuolo, che in Toscana chiamano chiù per il suono che emette. L’assiuolo, un piccolo rapace simile a un gufo, fu reso noto e nobile per merito di una poesia che Giovanni Pascoli gli dedicò nella raccolta "Myricae". Ma a rendere nota o addirittura famosa l’osteria del chiù fu Alessandro Tassoni nel suo poema eroicomico "La Secchia Rapita", pubblicato nella prima metà del Seicento. Ora l’Osteria del Chiù non esiste più e nemmeno il pozzo della secchia rapita segnalato da una lapide sull’asfalto di via Saffi.
Marco Poli