Bologna, dentro i licei occupati i ragazzi chiedono aiuto: "A scuola soffriamo, c’è troppa pressione"

Copernico, Sabin e Minghetti in coro: "Vogliamo essere ascoltati". Confronti anche con gli insegnanti sul tema del disagio psicologico. Vicinanza agli studenti che hanno perso la vita durante gli stage.

Occupazione al Liceo Copernico

Occupazione al Liceo Copernico

Bologna, 31 marzo 2023 – Continuano le occupazioni nei licei Copernico, Minghetti e Sabin. Non è uno scontro ribelle o violento, ma un grido di aiuto che studenti e studentesse lanciano alle istituzioni, cercando di instaurare un dialogo con i professori. Fuori gli striscioni appesi, il clima nelle aule, nei cortili e nei corridoi pare disteso, grazie alla grande partecipazione degli alunni e alle rivendicazioni di pace e di sostegno che hanno spinto l’inizio delle occupazioni.

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In cima alla lista delle motivazioni c’è una maggiore attenzione e rilevanza al disagio psicologico degli studenti, causato da un sistema scolastico nazionale che, dicono, non consente loro di vivere serenamente il percorso di studio, sottoponendoli a stress, ansia e pressione. Un sistema di merito che valuta gli alunni in maniera fredda e ’numerica’. "La nostra salute mentale va messa al centro – dice una studentessa del Minghetti –. Vogliamo ascolto, comprensione e sostegno da parte dei professori e da noi stessi studenti. Per questo è necessario un percorso di formazione che sappia insegnarci come gestire situazioni di attacchi di panico e di ansia. All’interno dell’istituto ci sono due psicologi, ma non è abbastanza".

Situazioni che, in alcuni casi saliti alla ribalta nazionale, ha portato fino a gesti estremi da parte degli studenti. "Il modello di istruzione italiano fomenta il disagio psicologico – insiste un alunno del Sabin –. I livelli di stress sono alti, il sistema delle valutazioni non è sempre consono. La salute mentale va tutelata. Alcune attività dell’occupazione sono dibattiti sull’argomento, che cercano soluzioni al problema del disagio".

I ragazzi si sentono in gabbia: "Il benessere dello studente deve essere posto al centro – raccontano al Copernico –. Oggi proponiamo un incontro con i prof per discutere dell’argomento e confrontarci con un dialogo sano".

A migliaia gli studenti si riuniscono nelle scuole per manifestare le proprie idee. All’interno delle aule, incontri con attivisti e professori universitari; anche alcuni docenti degli istituti partecipano all’occupazione, dando ai ragazzi appoggio e sostegno attraverso confronti e interventi sui temi portanti della manifestazione, arrivata al terzo giorno.

Si tratta, quindi, di una specie di modello scolastico proposto dagli studenti, sempre più focalizzati sull’attualità. Nei manifesti, c’è la volontà di distaccarsi dalle decisioni politiche del governo Meloni, con grande attenzione anche alla sicurezza e al Pcto.

"Come liceo classico non siamo esposti a lavori rischiosi – dicono al Minghetti –. Ma non ci dimentichiamo di chi ha perso la vita durante gli stage: per questo manifestiamo il nostro dissenso e mostriamo solidarietà verso gli istituti che non hanno la nostra stessa fortuna".

"Il Pcto (l’alternanza scuola-lavoro) deve essere inerente al corso di studi, utile e pratico – spiegano al Copernico –. Denunciamo il sistema perché deve esserci sicurezza". Un altro macrotema è quello dei fondi destinati alle scuole. "Servono fondi per le infrastrutture, perché ne va della nostra sicurezza – afferma un alunno del Sabin –. La palestra deve essere sistemata, ma non ci sono finanziamenti nemmeno per determinate iniziative". Anche Copernico e Minghetti sono sulla stessa lunghezza d’onda, come dimostrano gli striscioni ‘Soldi all’istruzione’, e ‘Soldi alla scuola, non alla guerra’.

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