Volontari fra avventure e improvvisazione

Beppe Boni

Beppe Boni

Ce le siamo già dimenticate le ‘due Simone’, le ‘volontarie’ (a 4.000 euro al mese) il cui riscatto di 2 milioni di euro fu pagato dai contribuenti italiani? Ora il caso si ripresenta. Forse che le due fanciulle pensavano di andarsene a Milano Marittima o a Positano? Come se nel nostro Paese mancassero le occasioni per impegnarsi, magari gratuitamente, nel sociale.  Paola Costa, Bologna

risponde BEPPE BONI Vice Direttore il Resto del Carlino

Il terreno della cooperazione internazionale è una giungla nella quale è difficile districarsi. Bisogna togliersi il cappello dinanzi a tante associazioni strutturate in modo professionale che mettono a disposizione impegno e uomini nelle zone più infernali del mondo. Ma accanto a queste c’è una galassia di improvvisatori che partono per spirito di avventura e senza preparazione. Poi succede che lo Stato italiano deve mettere a repentaglio la vita di altri italiani o pagare riscatti milionari per tirarli fuori dai guai. Nel meccanismo del volontariato nelle zone di guerra c’è da mettere ordine. Il governo ha promesso una riforma totale del terzo settore di casa nostra. Sarà il caso che si occupi anche di chi vuole lanciarsi una pericolosa avventura da cooperante. Per evitare spese e mettere a rischio vite umane. beppe.boni@ilcarlino.net

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