Calcioscommesse: reato prescritto. Beppe Signori: "Mai truccato partite"

L'ex bomber del Bologna: "Mi piaceva scommettere ma l'ho sempre fatto in modo leale". Chi erano gli altri imputati

Beppe Signori in tribunale a Cremona (FotoRastelli)

Beppe Signori in tribunale a Cremona (FotoRastelli)

Bologna, 15 dicembre 2020 -  "Mi piaceva scommettere ma l'ho sempre fatto in modo leale e non ho mai truccato alcuna partita. Mi hanno rovinato la vita solo perchè il mio nome garantiva interesse mediatico": lo ha detto questa mattina, in tribunale a Cremona, Giuseppe Signori, ex bomber del Bologna oltre che della nazionale, nel giorno in cui si è chiuso il procedimento sul calcioscommesse con il reato che è stato definitivamente dichiarato prescritto dai giudici.

AGGIORNAMENTO Beppe Signori: reato prescritto. "È la fine di un incubo"

Oltre a Signori, erano imputati l'ex calciatore serbo Almir Gegic, l'ex capitano del Bari Antonio Bellavista, l'ex portiere della Cremonese Marco Paoloni e il corriere Valerio Giosafatte.

Il procedimento sul calcioscommesse era arrivato a Cremona dopo la chiusura del 16 luglio del 2019 al tribunale di Bologna.

E' stato il pm Davide Rocco  a chiedere al tribunale di emettere la sentenza di non doversi procedere per gli imputati su cui pendeva l'accusa di essere promotori e organizzatori   dell'associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. 

Questa mattina verso le 9, Signori è stato l'unico ad accomodarsi davanti ai giudici. In aula, l'ex bomber rossoblù ha rilasciato spontanee dichiarazioni dopo un'attesa di dieci lunghi anni.

"Anni d'inferno - ha poi dichiarato Signori fuori dal tribunale - nel senso che la mia vita è cambiata in tutto; ovviamente non mi è stata più data la possibilità di lavorare, ma a prescindere da quello è stata tutta una conseguenza di quel fatto. Stress, situazioni di disagio in tutto e per tutto. Oggi la vedo in maniera diversa perché sono passati nove anni, ma vorrei che i miei figli mi vedessero come un padre di cui hanno stima e non come uno che andava a comprare le partite. Loro lo sanno, i figli sono sempre dalla tua parte, io sono convinto e sicuro di quello che ho fatto. L'ho detto anche in aula giurando sulla testa dei miei cinque figli". 

La maxi inchiesta era nata dalla famosa partita che vide coinvolto Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese e poi del Benevento, poi assolto dalla accusa di aver "drogato" con un ansiolitico i suoi ex compagni in grigiorosso durante l'intervallo della gara tra Cremonese e Paganese del 14 novembre 2010. Da lì presero le mosse gli inquirenti, secondo i quali c'era un grosso giro di scomesse sulle partite che coinvolgeva il ''gruppo dei bolognesi'', capeggiato da Signori, e arrivava fino a Singapore. Accuse sempre respinte dal bomber e dagli altri imputati.

Beppe Signori, dopo aver sentito il proprio legale, Patrizia Brandi, non ha voluto rinunciare alla prescrizione. Già troppi gli anni che hanno pesato sull'ex giocatore: "Rinunciare alla prescrizione per continuare il processo noi soli sarebbe una pazzia. Quanto andremmo ancora avanti? Due, tre anni?", commenta l'avvocato del giocatore.

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