Bologna, l’odissea del bassotto dimenticato in aereo

Atterrato al Marconi da Lisbona non è stato sbarcato dalla stiva. I padroni lo hanno atteso in aeroporto dopo un nuovo volo in Portogallo

Il bassotto Oberon al suo ritorno al Marconi con i padroni Monique Burkard e Valter Martinelli

Il bassotto Oberon al suo ritorno al Marconi con i padroni Monique Burkard e Valter Martinelli

Bologna, 31 marzo 2018 – Chiuso all’interno del trasportino, attendeva solo il momento di poter riabbracciare i suoi padroni. Per Oberon, un bassotto di 15 anni, le ultime ventiquattro ore sono state una vera e propria odissea, fatta di tre voli in due giorni e interminabili ore di attesa, da solo, nell’aeroporto di Lisbona, prima di poter tornare a Bologna. Finita la vacanza portoghese, Oberon, infatti, l’altra mattina era stato imbarcato nella stiva del volo Tap 872, che da Lisbona vola fino a Bologna, perché ai suoi padroni, Valter Martinelli e Monique Burkard, di Carpineti, in provincia di Reggio Emilia, era stato permesso di portare in cabina solo l’altro loro cane, Dodi, di 5 anni.

Le tre ore di volo erano passate abbastanza in fretta e sia Oberon che i suoi padroni non vedevano l’ora di rivedersi e tornare a casa. Ma qualcosa era andato storto all’arrivo al Marconi. «Ci siamo resi subito conto che qualcosa non andava, perché ormai erano arrivate tutte le valigie, ma di Oberon non c’era traccia», racconta Martinelli. L’ignaro bassotto, infatti, era stato dimenticato sull’aereo, da chi doveva scaricare i bagagli. Trattato come una valigia qualsiasi, come se non provasse emozioni o avesse sentimenti. Quando i padroni hanno fatto reclamo all’ufficio dell’assistenza bagagli, l’aereo era ormai pronto per ripartire verso Lisbona, incurante del passeggero che era ancora chiuso nella stiva.

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«Dopo appena dieci minuti dall’arrivo a Bologna siamo andati a protestare, c’era ancora tempo per bloccare l’aereo, ma nessuno ha fatto nulla – prosegue Martinelli –. Hanno detto che quanto accaduto era un errore umano. È davvero una vergogna che accadano certe cose, come ci si può dimenticare di un cane nella stiva dell’aereo?». Impaurito e senza sapere dove fosse finito, quindi, Oberon era di nuovo in volo verso Lisbona. I padroni, invece, si sono dati da fare per organizzare il suo ritorno, tanto da decidere di rimanere a dormire in città, così da poter tornare immediatamente in aeroporto il giorno dopo, per recuperare il loro amato cane.

«Abbiamo pagato noi l’hotel, nonostante l’errore sia stato della compagnia aerea – lamenta Martinelli –. Questo è un sistema contorto, che si disinteressa del disagio che un passeggero può subire. È tutto molto sconfortante, Oberon non è una valigia che si può sballottare da Bologna a Lisbona più volte».

Ieri pomeriggio, fortunatamente, la triste storia ha avuto un lieto fine. Alle 15,30 Oberon è tornato a casa, e i padroni e Dodi lo hanno potuto riabbracciare dopo ore di attesa, in cui l’ansia, per la paura che potesse essere successo qualcosa di grave al loro bassotto, era cresciuta. «Rivederlo è stato emozionante. Fortuntamente sta bene – conclude Martinelli –. Non sappiamo cosa abbia fatto a Lisbona e come lo abbiano trattato, ma ora siamo contenti sia tornato. Storie del genere non devono ripetersi».

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