Bologna, disagi in via Farini e via D'Azeglio per la contestazione a Casapound

Banchetto con Berselli, la protesta di 50 attivisti. Polizia schierata in assetto antisommossa

La protesta in via de' Carbonesi a Bologna (FotoSchicchi)

La protesta in via de' Carbonesi a Bologna (FotoSchicchi)

Bologna, 23 gennaio 2018 - Disagi e tensione nel centro di Bologna a causa della contestazione, nel pomeriggio, di una cinquantina di attivisti, scesi in strada per protestare contro un banchetto di raccolta firme organizzato da Casapound, in via D'Azeglio (FOTO). Con il movimento di estrema destra c'era anche il neo candidato Filippo Berselli, ex parlamentare di An.

Le forze dell'ordine schierate in tenuta antisommossa hanno impedito per quasi due ore che gli attivisti si avvicinassero al gazebo elettorale.

Il corteo di contestatori è partito da piazza Maggiore, con uno striscione che recitava: "Se il Pd dà spazio ai fascisti vi blocchiamo tutto. Fuori i fascisti da Bologna". Gli attivisti, non riuscendo a raggiungere il punto dove si trovavano i militanti di Casapound, hanno cominciato a muoversi per le strade del centro, - bloccando prima via Farini, poi via D'Azeglio e anche via de' Carbonesi - accendendo fumogeni e fermando il traffico.

Prima del blitz in via Farini, a pochi metri dal gazebo di Casapound, c'era stato un parapiglia anche in via Ugo Bassi, dove gli antifascisti avevano inseguito un ragazzo che portava una celtica. 

Una situazione simile si era verificata sabato scorso, sempre in occasione di due raccolte firme, organizzate da Casapound e Forza Nuova. 

La protesta in via de' Carbonesi a Bologna (FotoSchicchi)
La protesta in via de' Carbonesi a Bologna (FotoSchicchi)

SCONTRO SUI BANCHETTI - Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al sindaco Virginio Merola, chiedendo con urgenza un incontro. Perché "associazioni che hanno un chiaro riferimento all’ideologia fascista non devono trovare spazio nel campo democratico con alcuna iniziativa".

Il fatto che Casapound possa raccogliere firme per candidarsi alle prossime elezioni proprio a Bologna, aveva commentato il Pd in una nota, "è preoccupante, è un insulto per una città insignita della Medaglia d’oro al Valor militare che non può passare sotto silenzio".

Duro anche Stefano Caliandro, capogruppo del Pd in Regione: "Le bandiere esposte ai banchetti dalle due formazioni di estrema destra, tristemente note per le posizioni neofasciste e negazioniste espresse da alcuni loro esponenti, sono motivo di amarezza e sconcerto". La politica, avverte Caliandro, «ha il dovere di contrastare ogni forma di populismo venata di razzismo, odio e intolleranza con gli strumenti propri della democrazia».

Per Anna Cocchi, presidente dell’Anpi provinciale, i banchetti di "organizzazioni di dichiarato stampo fascista e nazista" vanno vietati.

Oltre alla "ferma condanna nei confronti di queste sigle che si richiamano a ideologie fasciste, xenofobe e razziste – si legge in una nota dell’Anpi – si chiede che laddove esistano e siano applicabili limitazioni e divieti di concessione di spazi pubblici a qualsiasi movimento o partito che non si riconosca nei principi costituzionali, tali divieti vengano fatti rispettare da amministratori, prefetto e forze dell’ordine".

"Siamo i primi a essere preoccupati", aveva ammesso Alberto Aitini, neo assessore alla sicurezza del Comune. "Affronteremo il problema con Prefettura e Questura". Ma la legge "non ci consente di impedire i banchetti" a forze che si possono presentare alle elezioni. Aitini vedrà presto i sindacati. Per il Comune, la ‘tolleranza zero’ sull’assegnazione degli spazi che gli competono "è una priorità. Si devono dare segnali chiari e immediati".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro