AMALIA APICELLA
Cronaca

Celestini e Wu Ming 2, intrecci di Liberazione

Il collettivo stasera porta sul palco di Castel Maggiore ’Razza partigiana’, mentre domani l’attore è a Pieve con ’Radio clandestina’

Il collettivo stasera porta sul palco di Castel Maggiore ’Razza partigiana’, mentre domani l’attore è a Pieve con ’Radio clandestina’

Il collettivo stasera porta sul palco di Castel Maggiore ’Razza partigiana’, mentre domani l’attore è a Pieve con ’Radio clandestina’

Che valore ha la memoria? E come influisce sul nostro presente? A 80 anni dalla Liberazione, il cartellone di Agorà porta a teatro alcune pagine di storia italiana che occorre sforzarsi di non dimenticare. ‘Razza Partigiana’, con Wu Ming 2, Egle Sommacal, Stefano Pilia, Paul Pieretto e Federico Oppi, va in scena oggi alle 21 al Biagi D’Antona di Castel Maggiore; ‘Radio Clandestina’ di Ascanio Celestini, domani alle 18 al teatro Alice Zeppilli di Pieve di Cento.

Il primo è un progetto che fonde narrazione e musica per raccontare la storia di Giorgio Marincola. Si compone di 13 ballate elettriche in cui la lettura prende il posto del canto. Nato in Somalia nel 1923, da padre italiano e madre somala, cresce a Roma sotto il fascismo, militante del Partito d’Azione, partigiano nel viterbese, combatte i nazifascisti, tra Roma e le Alpi, durante la guerra di Liberazione, viene paracadutato dai servizi alleati, catturato dai tedeschi e internato nel Lager di Bolzano. La sua biografia consente di ripercorrere, da una prospettiva sghemba, alcuni momenti chiave della storia d’Italia: la violenza coloniale, il Ventennio, la guerra, il razzismo, il sogno di un Paese rinnovato.

Radio Clandestina’ è invece uno storico spettacolo di Ascanio Celestini. Va in scena per la prima volta nel 2005 nell’ex carcere nazista di Roma. "Sono passati vent’anni e i miei racconti stanno ancora in quella stanza. Nei pochi metri quadrati che occupano le scenografie di tutti gli spettacoli che ho portato in scena dopo", scrive l’autore. Basato sul libro ‘L’ordine è già stato eseguito’ di Alessandro Portelli, il monologo ripercorre la strage delle Fosse Ardeatine, avvenuta a Roma il 24 marzo 1944, quando 335 persone vengono uccise dalle truppe naziste come rappresaglia per un attentato partigiano in via Rasella. Intrecciando storia e quotidianità, Celestini dà voce a una memoria collettiva spesso frammentata. Il racconto non è solo una cronaca degli eventi, ma un viaggio tra testimonianze dirette, ricordi popolari e contraddizioni della Storia, che rivela come il passato sia ancora profondamente intrecciato con il presente.

"Questa dell’Ardeatine è una storia che uno potrebbe raccontarla in un minuto o in una settimana – continua Celestini –. È la storia degli uomini sepolti da tonnellate di terra in una cava sull’Ardeatina e delle donne che li vanno a cercare, delle mogli che lavorano negli anni ’50 e dei figli e dei nipoti che quella storia ancora la raccontano. Nel testo di Portelli questa storia viene inserita nella storia dei 9 mesi di occupazione nazista a Roma, e poi in quella dei 5 anni della guerra, dei 20 anni del fascismo. Il libro si fonda su circa 200 interviste a singole persone a testimoniare che questa non è la storia di quei tre giorni, ma qualcosa di vivo e ancora riconoscibile nella memoria di una intera città".

Amalia Apicella