Chi muore di più?. Giovani e precari

Nel 2023, nelle Marche, si sono verificati 16.918 infortuni sul lavoro, di cui 28 mortali. Le malattie professionali sono in aumento del 104% in dieci anni. La situazione preoccupa la Cgil Marche, che sottolinea la necessità di maggiori controlli e interventi per garantire la sicurezza dei lavoratori.

Anche nelle Marche il 2023 è stato un anno da dimenticare per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro. In tutta la regione si sono registrati 16.918 casi, di cui 28 mortali, mentre nel 2022 sono stati 18.776 di cui 36 mortali. Il 6,7% di questi episodi è stato denunciato nel settore delle costruzioni e il 2,7% nel manifatturiero, in particolare gomma e plastica (+12,1%). Spesso le vittime sono lavoratori precari o senza contratti regolari e di origine straniera (+10,6%) o giovani (+ 15,8%).

È questa la fotografia che emerge dai dati Inail elaborati dall’Ires Cgil Marche. Un altro dato importante riguarda le malattie professioni che, in dieci anni, aumentano del 104%. "Nel 2023 abbiamo registrato un leggero calo degli infortuni, ma il dato resta comunque altissimo e aumentano le malattie professionali, soprattutto nel settore delle costruzioni e nel manifatturiero", spiega il segretario regionale della Cgil Marche, Giuseppe Santarelli. "Nel 2024, da quanto emerge dai dati di gennaio, emerge un aumento degli infortuni sul lavoro del 2,4% e delle malattie professionali – aggiunge Santarelli – . Un’emergenza continua ad esserci e la vediamo anche nelle Marche". Per contrastarla sono "insufficienti" le misure annunciate in tema di lavoro dal Governo Meloni, con il decreto Calderone. "Sicuramente c’è una presa di coscienza sul tema della sicurezza sul lavoro dopo le morti nel cantiere a Firenze - precisa Santarelli - però mancano i controlli". "Gli ispettori delle Asl sono 50 in tutte le Marche, uno ogni 2700 aziende e uno ogni circa 10mila lavoratori", ricorda il segretario regionale della Cgil che vorrebbe vedere all’opera più personale e registrare un numero maggiore di addetti dell’Ispettorato nazionale del lavoro. "Considerata la vita media delle aziende, in particolare nel settore edile, la probabilità che in cantiere arrivi una visita ispettiva preventiva è pari a zero".

Benedetta Dalla Rovere

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