ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Città 30, ordinanze sotto la lente. Il giurista: "La direttiva è chiara. Il ministero può modificarle"

Il professor Zunarelli: "Il limite generale è quello dei 50 chilometri orari. Le deroghe sono previste. Ma utilizzare la stessa motivazione per il 70 per cento delle strade di Bologna mi pare discutibile" . .

Città 30, ordinanze sotto la lente. Il giurista: "La direttiva è chiara. Il ministero può modificarle"

Città 30, ordinanze sotto la lente. Il giurista: "La direttiva è chiara. Il ministero può modificarle"

"Il ministero dei Trasporti può modificare i provvedimenti degli enti proprietari delle strade, cioè i Comuni, quando sono contrari alle proprie direttive. Lungi da me fare polemiche politiche, ho solo citato il testo della norma...". Stefano Zunarelli, professore di Diritto dei Trasporti all’Università di Bologna, dà il suo parere da giurista sull’intricato caso della Città 30 che vede da settimane un braccio di ferro tra il ministro Matteo Salvini e il sindaco Matteo Lepore.

Il primo cittadino non pare intenzionato a ’smontare’ il provvedimento. Che cosa succederà?

"Di fronte alla direttiva, il Comune non può evitare di tenerne conto".

Per il costituzionalista Andrea Morrone la direttiva del ministero ha delle criticità e il Comune la può impugnare.

"Ho l’impressione che il collega Morrone – che peraltro stimo – forse abbia dato una lettura affrettata della norme di legge e della direttiva ministeriale. Cito le sue parole riportate dal ’Carlino’: Il ministero stabilisce la cornice, ma la direttiva non può trasformarsi in disposizione di dettaglio stabilendo strada per strada la velocità che dev’essere seguita’. Basta leggere la direttiva per vedere che in realtà il ministero non ha fatto una disposizione di dettaglio, ma ha semplicemente indicato le motivazioni che devono essere alla base della variazione dei limiti di velocità e la metodologia per accertarne la sussistenza".

Che cosa non va nelle ordinanze sulle Città 30 del Comune?

"Credo ci si debba attenere al dato legislativo. Il codice della Strada, articolo 142 comma 2, è estremamente chiaro: il limite generale è quello dei 50 all’ora. Possono essere stabiliti dei limiti inferiori su ’determinate strade e tratti di strada’ quando si rende opportuno, seguendo le direttive che saranno impartite del ministero dei Trasporti".

Il Comune giustifica i 30 per motivi di sicurezza stradale. Non basta?

"Occorre tenere conto che la materia della circolazione stradale coinvolge tre diritti costituzionalmente garantiti: diritto alla sicurezza personale, diritto alla salute (per gli aspetti ambientali) e il diritto alla mobilità. Il punto di equilibrio individuato dal legislatore tra questi tre diritti è quello del limite di velocità dei 50 km all’ora".

Le deroghe, però, restano sempre possibili...

"Sì, ma queste situazioni particolari devono essere individuate tramite i criteri indicati dal ministero e con un’adeguata istruttoria. E motivati per ciascuna “strada o tratto di strada’. Non necessariamente deve essere adottato un provvedimento per ciascuna strada. Ma la motivazione deve riferirsi quantomeno a strade contigue e che abbiano caratteristiche omogenee".

Il Comune non ha seguito questa indicazione?

"Basta vedere l’ordinanza sul quartiere Murri che prevede 90 strade. Difficile pensare che la circolazione su via Murri abbia caratteristiche uguali a quella su una delle piccole vie contigue contenute nell’atto comunale. Eppure la motivazione indicata per i 30 è la stessa".

L’altro nodo è la diffusione dei 30 sul 70% delle strade?

"Utilizzare la stessa motivazione sulla maggior parte delle vie comunali mi sembra abbastanza discutibile".

La direttiva di Salvini va oltre la polemica politica?

"Di certo, questa direttiva non è unica, ma ce ne sono state varie negli anni. Quella del primo febbraio 2024 di Salvini è una semplice rielaborazione che aggiorna le direttive precedenti. Nel testo, infatti, si citano quelle del 1979 e del 2006".

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