REDAZIONE BOLOGNA

‘Coppia aperta, quasi spalancata’. Francini: "L’amore non ha regole"

L’attrice questa sera all’Arena Puccini presenta la pellicola tratta dall’opera teatrale di Franca Rame e Dario Fo

L’attrice questa sera all’Arena Puccini presenta la pellicola tratta dall’opera teatrale di Franca Rame e Dario Fo

L’attrice questa sera all’Arena Puccini presenta la pellicola tratta dall’opera teatrale di Franca Rame e Dario Fo

di Amalia Apicella

Con Coppia aperta, quasi spalancata Chiara Francini, attrice e produttrice, esplora le forme dell’amore nel mondo contemporaneo. Racconta la sempiterna favola – o il sempiterno martirio – dell’amore quando è coppia, o quando si diventa molti di più. Partendo dallo spettacolo di Franca Rame e Dario Fo del 1983, che ha portato a teatro per quattro anni, ha indagato i concetti di monogamia e poliamore, frequentando party di sex-positive e coccolerie e intervistando il poliamoroso più vecchio di Italia, 94 anni e tre fidanzate. In questo viaggio ha coinvolto anche il compagno svedese, Frederick Lundqvist, e la sua mamma. Il film, che ha inaugurato le Giornate degli autori alla Mostra del cinema di Venezia, è distribuito da I Wonder Pictures. Stasera, alle 21,30, Chiara Francini incontrerà il pubblico per la proiezione all’Arena Puccini.

Francini, nel film racconta le varie forme con cui cerchiamo di ‘acchiappare’ l’amore e la felicità. Ha detto di aver capito che "non esiste una regola perfetta, per ognuno di noi è perfetta la regola che ci garantisce una prospettiva di felicità". La sua, l’ha trovata?

"La regola per la felicità che ho trovato è quella di ascoltarmi, comprendere le forme e i colori più adatti a me. La perfezione non esiste ed è giusto così. L’ascolto per tutti gli esseri umani è fondamentale, ma per le donne lo è ancora di più".

Che effetto le ha fatto rivedere spaccati della sua vita familiare sul grande schermo?

"Mi ha colpito. Non volevo assolutamente fare un film bugiardo. Volevo che il pubblico potesse trovarsi di fronte ad un affresco di cui dibattere, sul quale dialogare e riflettere. Vedere anche la potenza della verità di mia madre e delle altre persone che fanno parte della mia vita mi ha veramente reso orgogliosa".

È stato difficile portare davanti alla macchina da presa sua mamma e il suo compagno?

"Sì, è stato difficile con entrambi, ma credo che se la siano cavata egregiamente. Mia madre ha ricevuto critiche, dai critici più feroci, belle tanto quanto quelle che ricevo io".

Si ricorda il primo ‘incontro’ con il testo di Franca Rame?

"Mi è stato proposto dal mio produttore teatrale Pier Francesco Pisani, che è anche un socio di Nemesis, la casa di produzione del film. Ma ogni volta che lo porto in scena è come fosse un’epifania, nonostante siano passati quattro anni di tour sold out, mi rendo conto della sua potenza. La potenza che hanno i classici: sempre attuali".

Qual è la sua Bologna?

"Bologna è sempre stata al centro del mio cuore. Quando ero una ragazzina, venivo al mercato della Montagnola, era il mio premio. Ho sempre amato la sua architettura, le persone, il fatto che fosse una città così aperta, vicina ai giovani, incredibilmente colta e buona".

Forza Carlino, mi raccomando, ogni giorno non dimenticare mai di creare un nuovo tremendo pericolo con cui terrorizzare il popolino e contro cui scagliarsi indignati! Ogni giorno una nuova emergenza,