Davide Ferrerio Bologna, l’inchiesta arriva a Roma

Domani i rossoblù in campo con una maglietta per il giovane in coma. Intanto la madre scrive una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio: "Chi provocò l’aggressione a mio figlio va indagato per tentato omicidio"

Bologna, 5 novembre 2022 - Tutti uniti per Davide Ferrerio. In primis il suo Bologna, che in questi quattro mesi si è sempre stretto a lui: ieri mattina il direttore sportivo Marco Di Vaio e il vice capitano rossoblù Lorenzo De Silvestri sono andati a trovarlo in ospedale, nel reparto di Rianimazione del Maggiore, dove il giovane sta lottando in un coma da cui rischia di non svegliarsi. Anche il vertice della tifoseria della curva Bulgarelli gli sta vicino e lo va a trovare spesso. E domani la squadra scenderà in campo prima della sfida contro il Torino con una maglietta con la scritta "Forza Davide". Allo stadio, ad assistere alla partita, ci sarà anche la famiglia Ferrerio. Non finisce però qui. Perché ora al caso potrebbe interessarsi anche il neo ministro della Giustizia Carlo Nordio in persona, dopo l’accorata lettera inviatagli nei giorni scorsi dalla madre di Davide, Giuseppina Orlando.

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Davide , si ricorderà, è il giovane di vent’anni che da quasi quattro mesi è in coma dopo essere stato aggredito a Crotone a causa di un assurdo scambio di persona. Era la sera dell’11 agosto. Il ragazzo era in vacanza dai nonni e stava aspettando un amico per andare a mangiare una pizza, quando all’improvviso era stato preso a pugni senza apparente motivo da Nicolò Passalacqua, ventunenne senza fissa dimora, ora in carcere in Calabria accusato di tentato omicidio. Vero bersaglio dell’aggressione, sarebbe stato in realtà un trentunenne che da qualche tempo insidiava la fidanzata di Passalacqua e contro il quale, per questo motivo, lei stessa e sua madre avevano organizzato per quella sera una "spedizione punitiva".

È proprio lui – assieme alla madre della ragazza, già indagata per favoreggiamento – che ora la mamma di Davide, con l’avvocato Gabriele Bordoni, chiede a gran voce che venga indagato per concorso in tentato omicidio. Lo fa coinvolgendo direttamente il Ministero della Giustizia, con una lettera spedita lunedì mattina. La speranza è che da Roma ci si interessi del caso e si solleciti la Procura crotonese, coinvolgendo se necessario anche il procuratore capo e fino alla Procura generale perché avochi l’inchiesta, affinché si ampli il fascicolo iscrivendo i due per tentato omicidio. "È evidente il contributo causa le determinante per l’aggressione dato dalla donna che organizzò l’incontro e dal trentunenne che mise Davide nel mirino di Passalacqua al posto proprio e senza alcuna ragione, perché non era in pericolo, potendosi allontanare – sottolinea l’avvocato Bordoni –: questo deve comportarne l’iscrizione nel registro degli indagati. Aggrapparsi alla speranza che sia fatta giustizia e che qualcuno paghi per quanto successo al figlio è ciò che dà la forza di andare avanti alla mamma di Davide". Perciò, se entro l’inizio della prossima settimana non ci saranno novità dalle indagini crotonesi, l’avvocato Bordoni anticipa l’intenzione di "presentare un’istanza formale al ministro Nordio, per chiedere un suo diretto interessamento alla vicenda".

Il trentunenne, quel giovedì sera, vedendo arrivare Passalacqua, con cui non si conosceva di persona, lo avrebbe indirizzato verso Davide, che si trovava lì per puro caso, con un messaggio: "Ho la camicia bianca". Messaggio che, scrisse la famiglia nella memoria con cui chiese l’estensione del numero dei presunti responsabili, l’uomo avrebbe inviato in quanto "ben consapevole di essere esposto a un rischio concreto per la propria incolumità. Sapendo di non essere conosciuto al suo aggressore, invece di rimanere in silenzio, ha coscientemente indicato Davide, descrivendone l’abbigliamento". Poi, si è allontanato in moto, ripreso dalle telecamere della piazza. Mentre Davide, poco più in là, veniva brutalmente aggredito da Passalacqua. Un episodio le cui conseguenze sono tristemente note.

 

 

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