Ecco i tralicci della torre di Pisa: "Così salveremo la Garisenda"

Lepore: "Via all’operazione di messa in sicurezza entro sei mesi o al massimo alla fine dell’anno"

Ecco i tralicci della torre di Pisa: "Così salveremo la Garisenda"

Ecco i tralicci della torre di Pisa: "Così salveremo la Garisenda"

Due ’torrette’ in mezzo alle Due Torri per antonomasia. Si presenterà in questo modo il panorama del centro di Bologna, dopo che il Comune avrà messo in sicurezza la Garisenda installando i tralicci già utilizzati per raddrizzare la Torre di Pisa. La decisione ‘conservativa’, sia dal punto di vista dell’obiettivo ingegneristico, sia dal punto di vista del riciclo di macchinari già utilizzati in precedenza, è stata comunicata ieri dal sindaco Matteo Lepore. "Dovremo mettere in sicurezza la Torre una volta per tutte – ha ribadito il primo cittadino –, e per questo la messa in sicurezza sarà fondamentale: dovremo passare dall’attuale allerta gialla al verde" del pericolo scampato. Budget per ora top secret – ma sicuramente non basteranno i 5 milioni di euro già assegnati dal ministero della Cultura, né gli altrettanti promessi dalla Regione Emilia-Romagna –, l’operazione dovrebbe partire entro sei mesi, al massimo alla fine dell’anno. Si tratta di due strutture che in qualche modo richiamano le forme di una macchina d’assedio medievale, dotate in cima di una ruota dentata che consente di tendere le funi chiamate a cingere la Garisenda e contrastare la rotazione ‘sbagliata’ che negli ultimi mesi ha fatto suonare l’allarme sulla tenuta. Ad avanzare questa soluzione è stato il gruppo di esperti ingaggiato da Palazzo D’Accursio (Nunziante Squeglia, Stefano Podestà, Massimo Majowiecki e Francisco Giordano). "Il tempo per il restauro sarà definito in base al progetto che si farà, ma non sarà più una corsa contro il tempo", ha assicurato ancora Lepore, ma le operazioni per la ristruttrazione vera e propria della torre non dovrebbero avvenire prima del 2026, al più presto nella seconda metà del 2025. Non saranno però rimossi subito i container anti-crollo che ora circondano la torre. "Non vedo l’ora di toglierli – ha detto Lepore –, ma vista l’operazione importante occorre avere dati certi sul fatto che la messa in sicurezza funzioni e servirà un periodo di monitoraggio". I tralicci, ha continuato Lepore, "sono di fatto due opere d’arte. Majowiecki e i suoi collaboratori idearono e disegnarono questi tralicci che hanno una forma architettonica importante e iconica, sono nella storia dell’arte del nostro Paese e credo sia anche una bella cosa il fatto che vengano riutilizzati". Quando furono utilizzati per la Torre di Pisa, i due cavi furono ancorati al suolo con un sistema di pali che si spinge fino a 30 metri di profondità. La parte esterna di questi due grandi cavalletti, invece, è alta 12 metri. Ma nel caso di Bologna questo non basterà: i macchinari dovranno essere appoggiati su una struttura metallica, in modo che la loro altezza arrivi intorno ai 18 metri. I macchinari pisani potranno essere utilizzati quasi come sono, servirà una leggera rimessa in opera. Nella prima fase la loro funzione sarà totalmente passiva. Solo in un secondo momento si deciderà se far "tirare" i tralicci per riassestare la Garisenda. Che non verrà però raddrizzata, come del resto accaduto con la Torre di Pisa.

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